Oi Paz – Romanzo
Titolo originale: The Sykaos Papers
Autore/i: Thompson Edward P.
Editore: Editori Riuniti
unica edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Paola Campioli, in copertina: P. Elson, C. Moore, Venus Plus X (particolare).
pp. X-510, Roma
Resoconto dei viaggi del poeta Oi Paz nel sistema di Strim della diciassettesima galassia; della sua missione sul pianeta Sykaos; della sua prima crudele prigionia; dei suoi viaggi sulla superficie del pianeta; degli usi e dei costumi della sua popolazione bestiale; della seconda prigionia; e del suo ritorno a Oitar. Al resoconto sono
allegati molti brani del diario tenuto dal poeta, documenti scritti in sykotico e altri materiali curiosi.
Selezionati e curati da Q Vice-Rettore del Collegio degli Adattatori. Trasmesso per curva temporale a E.P. Thompson.
Sta succedendo qualcosa, in questi anni. Forse, sta rinascendo un genere che credevamo estinto, il grande romanzo di idee, il luogo dove I arte si confronta con le domande teoriche e gli esiti delle grandi e contraddittorie formalizzazioni della conoscenza. Dove storia e scienza c filosofia e vita quotidiana (forse anche religione) linguaggio e senso tornano
a comunicare.
Succede con questo romanzo di Edward P. Thompson, crede della tradizione britannica clic va da Swift a Huxley e Orwell. Un libro che la critica inglese ha giudicato un classico. E che, certo, eccede di molto i limiti di un genere del resto a torto considerato umile come la science fiction. Intanto per la figura del suo autore, che non è un romanziere di professione ma uno dei maggiori storici europei e anche un protagonista vitalissimo della cultura politica del nostro tempo, dagli ormai lontani anni sessanta della fondazione della New Left agli anni ottanta della teoria dello sterminismo e dell’impegno pacifista. Ma poi, si potrebbe osservare, per una caratteristica iniziale che ha un evidente significato. La Science fiction si occupa in genere del futuro, mentre questo romanzo parla dei nostri anni, di domani o dopo, dell’anno prossimo o forse di questo. Il futuro, qui, viene dallo spazio. Arriva, da una galassia e da un pianeta lontano, un poeta esploratore, Oi Paz che è anche un buon selvaggio, quasi un Urone ipertecnologico. Appare un uomo come noi, tranne gli abiti bizzarri e un colorito scuro su lineamenti caucasici. Appena vede questo pianeta, impazzisce di entusiasmo. I colori, la varietà delle forme, la ricchezza della vita che rigoglia di infinite sfumature e immagini lo sconvolgono. Il pianeta da cui arriva (non a caso si chiama Oi-tar, inverso di ratio) è invece un mondo radicalmente razionalizzato, dove ingegneria biologica e tecnologia economizzata hanno sostituito l’immenso spreco della vita. Anche lui è un uomo razionalizzato e non conosce i nostri familiari appetiti del cibo e del sesso. L’incontro con la nostra razza e il lungo reciproco adattamento tra i rappresentanti dei due mondi dà luogo a momenti di deliziosa comicità e di straordinaria invenzione linguistica. Non a caso gli oitariani chiamano la Terra Sykaos (come dire, nella pronuncia inglese, caos psichico, o magari, psichiatrico). I terrestri appaiono a Oi Paz come l’opposto di ciò che ci si aspetterebbe dall’armonia e dalla dolcezza del pianeta in cui nascono, bestie avide e incolte dominate da bisogni incontrollati, prive di legge che non sia quella assurda del denaro. L’intelligenza artificiale di Oitar ha molta difficoltà a confrontarsi. Cosi, il romanzo è insieme una vicenda di iniziazione, un balletto umoristico di grande efficacia, una storia d’amore e d’erotismo. E, ancora, un grande dialogo sui temi che la scienza, la storia e la politica del nostro tempo ci suggeriscono: la potenza e il modello della ragione formalizzata e simulata nelle macchine, il confronto tra la potenza dell’uomo e la resistenza della natura. Racconto filosofico, dunque, ma racconto. Sarà difficile fermarsi troppo a riflettere: l’ansia di arrivare alla fine, anche solo di leggere la pagina successiva prenderà troppo il lettore per concedergli pause. Chiuso il libro, bisognerà tornarci, sostare, soffermarsi sulle sfumature e i dettagli dello stile e dei ragionamenti, convivere a lungo con quest’opera destinata a restare. Thompson, da buon pacifista, non parteggia per uno dei due mondi in cui il suo romanzo si divide e il nostro mondo si scinde, Sykaos e Oitar, la follia della vita verde e il grigio della ragione ritualizzata. Ci lascia una speranza, che la comunicazione continui.
Edward P. Thompson, nato nel 1924, ha pubblicato, tra l’altro, Rivoluzione industriale e classe operaia in Inghilterra (Il Saggiatore, 1969) e un’ampia biografia di William Morris: Romantic to Revolutionary (1955).
Argomenti: Fantascienza, Letteratura, Racconti, Romanzo,