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Noi Extraterrestri

Noi Extraterrestri

Autore/i: von Däniken Erich

Editore: Ferro Edizioni

premessa dell’autore, traduzione dal tedesco di Silvana Raffaelli Marini.

pp. 216, nn. ill. b/n, Milano

È dimostrato dall’archeologia e dalle scienze più moderne come la biochimica e la cibernetica: l’uomo è una creatura di «dèi» extraterrestri, essi gli hanno insegnato a pensare, a organizzarsi, a difendersi dalla natura. Ciò 40.000 anni fa circa.
Anche se le ricerche in tale direzione andrebbero intensificate e meglio coordinate, abbiamo ugualmente sufficienti prove per affermare che è sulla Terra che si trovano le «chiavi» del «regno dei cieli», cioè il «mistero» della nostra essenza di individui intelligenti e raziocinanti.
Lo sapevate che lo stesso Albert Einstein considerava con benevolenza l’ipotesi di una venuta sulla Terra di intelligenze extraterrestri in epoca preistorica?
Andiamo a passi sicuri verso un futuro che è già stato, una volta, passato. Non un passato umano, ma un passato degli «dèi», che però influisce in maniera determinante su di noi e che si fa di giorno in giorno presente.
Alcuni grandi esempi: le conquiste della medicina, della fisica, dell’astronautica, dell’elettronica. Che non sono altro che «riproduzioni» su scala umana di quanto gli «dèi» fecero in età primordiale, durante la loro permanenza qui da noi.
Ormai talune forme di vita sono riproducibili in laboratorio. Ma, a questo sensazionale risultato c’è un «precedente» illustre, solo che si sappia leggere CON OCCHI MODERNI i testi antichi sia della tradizione biblica sia delle altre religioni. E il «precedente» è costituito dalla creazione di Eva, fatta nascere e sviluppare, agli inizi della vicenda umana, in un alambicco, in una provetta, insomma in laboratorio.
Cerchiamo di interpretare i racconti della Bibbia in chiave attuale. Così, ad abbattere le mura di Gerico sono state delle onde sonore a frequenza tanto bassa da risultare terribilmente distruttive.
Sia la Cabala, nel Medioevo, sia gli antichissimi poemi indiani hanno riferimenti e descrizioni molto precise di abitanti di altri mondi, di esseri stranissimi venuti «tra lampi e lingue di fuoco» dal «cielo tonante». Come non pensare che fossero gli dèi-astronauti?
I veicoli spaziali degli «dèi» erano a forma sferica?
Resti, piste, tracce degli «aeroporti» degli extraterrestri sono stati ritrovati in molte zone deserte dell’America del Sud.
Per quale motivo le spiegazioni degli archeologi e dei filologi non spiegano un bel niente.
Anche il codice genetico venne introdotto dagli «dèi»?
Chi erano nella realtà «i giganti apparsi in epoca preistorica?
Occorre indagare sulle nostre origini servendoci della fantasia, per poter raggiungere la verità.

Von Däniken è nato nel cantone di Sciaffusa nel 1935. Non ancora ventenne, si recò in Egitto per cercarvi di decifrare alcune antichissime descrizioni cuneiformi. Il suo indomabile desiderio di conoscenza lo ha catapultato da un continente all’altro, a percorrere centinaia di migliaia di chilometri in aereo per trovare una risposta all’inquietante interrogativo: «I nostri antenati furono visitati da divinità celesti?».
Mentre le sue opere venivano lette e tradotte in tutto il mondo (la Ferro Edizioni se ne è assicurata l’esclusiva per l’Italia), un «infortunio sul lavoro» ha portato von Däniken davanti all’autorità giudiziaria cantonale. I magistrati – forse per spirito di rivalsa sulle tesi eterodosse espresse dall’autore – non sono stati certo di mano leggera: tre anni e mezzo di reclusione da scontare nel carcere di Coira (Grigioni). Ma von Däniken è sereno: non appena recuperata la libertà, tornerà a «rincorrere» gli extraterrestri in qualsiasi parte del globo.

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