No Woman’s Land
Titolo originale: No Woman’s Land
Autore/i: Costa Marianne
Editore: Giunti
prima edizione, prologo dell’autrice, traduzione di Lidia Campagnano, collana: SuperAstrea.
pp. 352, Firenze
Una giovane attrice francese è innamorata persa di un aitante straniero, barman in una pizzeria gay: Drog viene da Laggiù, un Paese devastato dalla guerra a due passi dall’Europa “civile” e indifferente. Di notte, dopo aver fatto l’amore, l’esule fuma, beve, ascolta i Rolling Stones e le parla senza sosta della sua patria sconvolta da eserciti e bande paramilitari. Drog ostenta un fascino macho e approfitta senza scrupoli dei (pochi) soldi della sua amante, del suo letto e della sua auto. Finché un giorno scompare, lasciandola disperata, nonché privata del senso dell’odorato.
Decisa a partire sulle tracce di Drog, dopo aver imparato la lingua di Laggiù e aver assunto il nome di Alice, la nostra eroina “attraversa lo specchio” per ritrovarsi nel Paese in guerra: impiegata come psicologa e interprete da un’organizzazione umanitaria che indaga sulle stragi, Alice assiste le vittime, raccoglie testimonianze che molti vorrebbero occultare, stringe profonde amicizie e legami sorprendenti.
Quando Laggiù si profila la pace, è coinvolta dalla frenesia del dopoguerra in un mondo allucinato, dove realtà e sogno si accavallano. Il finale, inatteso e pieno di speranza, sarà una riaffermazione della vita nella sua estatica creatività.
Marianne Costa ha molti talenti, esplicati nell’eclettismo espressivo che lei stessa riconduce alla passione nutrita sin dall’infanzia di decifrare il mondo e interpretarne i multiformi messaggi: laureata in Letterature Comparate, è stata attrice e cantante rock, autrice di due raccolte poetiche pubblicate in Francia fra il 2001 e il 2004, traduttrice di narrativa – “operaia specializzata della letteratura”, come lei stessa si è definita. Scioccata dalla guerra nella ex Jugoslavia e dall’incontro, nel 1994, con un gruppo di giovani bosniaci rimasti gravemente mutilati, Marianne Costa ha deciso di studiare il serbo-croato e fra il 1995 e il 1996 ha trascorso un anno di volontariato all’Università di Sarajevo come docente di francese; dal 1999 collabora con il Centre André Malraux di quella città.
Oggi si dedica alla scrittura romanzesca e all’interpretazione dei tarocchi, e insieme ad Alejandro Jodorowsky pubblica in Italia La via dei tarocchi (Feltrinelli 2005).
Argomenti: Letteratura, Racconti,