Nietzsche
Autore/i: Heidegger Martin
Editore: Adelphi Edizioni
a cura di Franco Volpi, premessa dell’autore.
pp. 976, Milano
Questa opera capitale, composta di testi stesi fra il 1936 e il 1946, non è né una monografia su Nietzsche, né una nuova interpretazione – fra le tante – del suo pensiero e nemmeno la ricostruzione di un capitolo di storia della filosofia. Come dichiarano le parole con cui il libro esordisce, qui il nome di Nietzsche «sta a indicare la cosa in questione nel suo pensiero». Ora, tale «cosa» (Sache) per Heidegger non è altro che la metafisica stessa, la gabbia speculativa dell’Occidente, che in Nietzsche si manifesterebbe nella sua forma ultima, esasperata e culminante. In questa prospettiva tutte le dottrine fondamentali di Nietzsche si rivelano a poco a poco non già come tesi provocatorie e abrupte, bensì come maglie di una rete che è sul punto di spezzarsi – ed è la rete che avvolge il pensiero a partire da Platone. Mentre, una volta che ci fossimo accortamente, cautamente sfilati da tale rete, si aprirebbe quel territorio, quella «radura» (Lichtung) oltre la metafisica dove Heidegger stesso sarebbe pronto ad offrirsi come arcana guida. Assistiamo dunque in quest’opera non solo a un prodigioso sforzo di comprensione e di esegesi, ma a un sottile, mortale duello, al tentativo – da parte di Heidegger – di svincolarsi dall’alta tutela metafisica, ricacciando invece sotto la sua giurisdizione il primo, irriducibile guastatore che l’aveva sfidata: Nietzsche stesso. Nessun duello speculativo, nel nostro tempo, avrà avuto da insegnarci altrettanto. La morte di Dio e l’avvento del nichilismo, la trasvalutazione di tutti i valori, l’arte come attività metafisica, il superuomo, ma soprattutto: la volontà di potenza e l’eterno ritorno dell’uguale. Ciascuna di queste formule si manifestò in Nietzsche come una folgorazione. Ma Heidegger non vuole rimanere abbagliato da quella luce che a suo parere abbagliò Nietzsche stesso. Così egli ricostruisce infaticabilmente le sequenze speculative che ogni volta preparano e predispongono la scena di tali folgorazioni. Così la volontà di potenza e l’eterno ritorno ci appariranno come la risposta ai due interrogativi fondamentali della metafisica, sul che cosa e sul come del mondo. E alla fine, quella soggiogante figura che è la metafisica occidentale si dispiegherà dinanzi ai nostri occhi nel suo progressivo articolarsi, fino alla sua estrema metamorfosi, a quell’estremo per eccellenza che è il suo sigillo e corrisponde al nome di Friedrich Nietzsche.
«Nel pensiero della volontà di potenza Nietzsche pensa già il fondamento metafisico del compimento dell’età moderna. Nel pensiero della volontà di potenza si compie anzitutto il pensiero metafisico stesso. Nietzsche, il pensatore del pensiero della volontà di potenza, è l’ultimo metafisico dell’Occidente. L’epoca il cui compimento si dispiega nel suo pensiero, l’età moderna, è un’età finale. Cioè: un’epoca in cui, a un certo punto e in un certo modo, insorge la decisione storica che decide se questa epoca finale è la conclusione della storia occidentale oppure il controcanto (Gegenspiel) per un nuovo inizio. Percorrere il corso del pensiero di Nietzsche fino alla volontà di potenza significa: finire sotto gli occhi di questa decisione storica».
Argomenti: Biografie, Fenomenologia, Filosofi, Filosofia, Filosofia Occidentale, Pensatori, Poeta, Storia del Pensiero,