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Nessun Uomo è un’Isola

Nessun Uomo è un’Isola

Un maestro della spiritualità del Novecento

Autore/i: Merton Thomas

Editore: Garzanti Editore

avvertenza e prologo dell’autore.

pp. 286, Milano

Nessun uomo è un’isola, titolo ripreso da un passo di John Donne, vuole significare che ogni uomo, per L’amore di Dio vivente e operante in lui come in ogni altro essere umano, non è solo, ma è parte di tutta l’umanità. Merton ritorna a noi in queste pagine più grande perché più umile. Ritorna, dopo circa un decennio di vita monastica, il Merton della Montagna dalle sette balze: colloquiale, umanissimo, in grado di «dividere con ogni uomo i frutti della contemplazione».

Thomas Merton (Prades, Francia, 1915 – Bangkok 1968) scrittore statunitense. Crebbe in Francia, studiò a Cambridge e poi alla Columbia University di New York. Convertitosi al cattolicesimo, divenne monaco trappista nell’abbazia di Gethsemani nel Kentucky: il suo itinerario spirituale è ricostruito nell’autobiografia La montagna dalle sette balze (The seven storey mountain, 1949), best-seller dell’epoca. La sua poesia, da Un uomo nel mare diviso (A man in the divided sea, 1948, nt) a Cablogrammi e profezie (che comprende Cables to the ace, 1963, e The geography of Lograire, 1968) affronta i temi contemporanei della violenza e dell’irrazionalità dell’era nucleare. I saggi Semi di contemplazione (Seeds of contemplation, 1949), Nessun uomo è un’isola (No man is an island, 1953) e il postumo Lo Zen e gli uccelli rapaci (Zen and birds of appetite) documentano il suo pensiero, che si richiama alla tradizione mistica cristiana ma si apre anche all’esperienza della religiosità orientale.

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