Mostra di Strumenti di Tortura dal Medioevo all’Epoca Industriale Presentata in Varie Città Italiane nel 1983 – 84 • Guida Bilingue
A bilingual guide to the exhibition of torture instruments from the middle ages to the industrial era presented in various Italian cities in 1983 – 84
Autore/i: Held Roberto
Editore: Qua D’Arno Editori
fotografie di Marcello Bertoni.
pp. 128, nn. fotografie e illustrazioni b/n, Firenze
La presente mostra è frutto di un’iniziativa intrapresa da un ristretto gruppo di collezionisti italiani non di strumenti di tortura ma di oggetti che, sebbene rappresentino inestimabili valori documentari, sono generalmente destinati ad immarcire nell’oblio e nell’incuria: e cioè, i reperti e relitti dell’artigianato e dell’industria di ieri e di arti agricole ormai vanificate. Questi oggetti sono per lo più rudi e pesanti, anche quando rappresentano raffinate soluzioni tecnologiche; generalmente sono realizzati in legno, ferro ed ottone, quasi sempre versano in pessimi stati di logorio e di malconservazione, e vengono ricercati da quasi nessuno. Eppure essi costituiscono, individualmente e collettivamente, una testimonianza culturale di impellente fascino, e soprattutto una miniera di informazioni che non si possono attingere alle sole sorgenti archivistiche od iconografiche.
Così gli strumenti qui presenti sono stati acquistati dai vari proprietari coll’andare degli anni insieme a tant’altra ferraglia dalle più diverse fogge, forme e misure, e quindi essi fanno parte di una tesoreria molto estensiva. Attrezzi di tortura che risalissero ai secoli di maggior impiego – grosso modo, dall’alto Medioevo alla meta del secolo scorso – sono tanto rari che già nel 1857 si è dovuto ricorrere alle repliche per allestire una mostra a Bamberga in Germania (si veda alla «Provenienza» degli oggetti riportati alle pagine 36 ed 80). Gli esempi qui proposti sono nella maggior parte originali ed integri, e nella minor parte ricostruiti in base a frammenti ed avanzi ritrovati qua e la in Italia ed all’estero (alla testata di ogni descrizione viene citata la provenienza del relativo oggetto, nonché il grado di restauro che esso ha subito).[…]
- La ruota di spezzamento
- La sega
- L’impiccagione in gabbia
- Una spada del boia
- La mannaia
- La ghigliottina
- La garrotta
- Lo schiacciatesta
- Due schiacciapollici
- Il banco di stiramento
- La scala di stiramento
- Il supplizio del «pendolo»
- La «vergine di ferro» di norimberga
- La pera orale, rettale e vaginale
- La cintura di castità
- Pinze e tenaglie roventi
- Uno straziatoio di seni
- Una cintura spinata
- Due «maschere d’infamia»
- Un «piffero del baccanaro»
- Una «cicogna» di storpiatura
- Due sedie inquisitorie
- La «culla di giuda»
- La «forcella dell’eretico»
- Una «gatta» da scorticamento
- La «mordacchia» di ferro
- Una cintura di contenzione
- Armi in asta da sbirro
- Un flagello a catena con «stelle»
- Una «manetta» o «gambale»
- Il ceppo della pubblica gogna
- Collare con peso di trascinamento
- Collare spinato e letale
- Il «violone delle comari»
Argomenti: Complotti e Cospirazioni, Crudeltà Umane, Dolore, Sociologia, Storia, Storia dei Costumi, Storia del Pensiero,