Morte e Pianto Rituale
Dal lamento funebre antico al pianto di Maria
Autore/i: de Martino Ernesto
Editore: Bollati Boringhieri Editore
prefazione e introduzione dell’autore.
pp. IX-432, 67 ill. b/n f.t., Torino
Il pianto antico, la lamentazione mediterranea e precristiana sui defunti, è il tema cruciale su cui Ernesto de Martino mette alla prova l’efficacia delle categorie interpretative elaborate nel Mondo magico. L’esistenza dell’uomo primitivo è perennemente in bilico tra l’affermazione di sé e della propria presenza e l’universo della labilità in cui è costretto a vivere, dove tutto congiura per l’annullamento e la dissoluzione. La morte di una persona cara e necessaria è l’evento che può provocare il tracollo della instabile bilancia: essa appare uno scandalo irreversibile, una crisi senza orizzonte e apre la strada alla estraniazione dal mondo, al delirio di negazione, al furore distruttivo omicida e suicida. Ma proprio sull’orlo del rischio estremo l’uomo primitivo impara a difendere il proprio precario esserci: nasce il controllo rituale del patire, il pianto collettivo. Il rito – e le molte tecniche di cui si sostanzia – può ora percorrere tutta la tastiera della disperazione, ma appunto in forma controllata. E l’uomo è restituito alla vita, mentre la presenza assillante del morto è trasformata in un’ombra protettrice.
Ernesto de Martino (1908-1965), uno dei maggiori intellettuali italiani del Novecento, si formò alla scuola di Adolfo Omodeo e di Benedetto Croce, dedicandosi però allo studio, allora poco coltivato in Italia, delle società primitive. Professore di Storia delle religioni alla Università di Cagliari dal 1959 alla morte, de Martino è autore tra l’altro di Sud e magia (Feltrinelli, Milano 1959) e La terra del rimorso (Il Saggiatore, Milano 1961).
Argomenti: Culti, Magia, Riti, Rituali Magici,