Mogli e Concubine
Titolo originale: Qiqie chengqun
Autore/i: Su Tong
Editore: Edizioni Theoria
traduzione dal cinese a cura di Maria Rita Masci, in copertina foto tratta dal film «Lanterne rosse» di Zhang Yimou.
pp. 104, Roma
Siamo nella Cina del Nord, una Cina prerivoluzionaria e vagamente feudale. La diciannovenne Songlian, la cui famiglia è caduta in rovina, è costretta ad abbandonare gli studi e ad accettare di diventare la «quarta moglie e concubina» del ricco Chen Zuoqian. L’azione si svolge per intero nel palazzo-castello di Chen, retto da leggi che assomigliano sinistramente a quelle di un’«istituzione totale», carcere o manicomio che sia: in una funerea clausura dove ogni gesto ha un puro valore rituale, si consumano le rivalità e gli odî tra le «quattro signore» per la conquista del privilegio di ospitare lo sposo durante la notte e guadagnarne i favori e la considerazione. Tra le quattro signore, la sola Songlian, il cui passato di studentessa le dà una sorta di «doppia vista», intuisce il carattere effimero di tale privilegio: e sarà questa intuizione, priva di una vera autoconsapevolezza, a renderla prima estranea e poi folle.
Nella «autobiografia» che ha scritto per questa edizione Su Tong si presenta in modo pacatamente ironico come un cittadino modello, ubbidiente, solitario, estraneo a qualsiasi vocazione di impegno politico; sembra lontanissimo dagli scrittori suoi fratelli maggiori come Acheng, e Mo Yan, segnati, al contrario di lui, dal dramma della Rivoluzione culturale. Eppure a soli venticinque anni Su Tong ha scritto, con Mogli e concubine è divenuto subito in Cina un libro di culto, ancor prima che il regista Zhang Yimou ne traesse il film Lanterne Rosse è una delle più limpide e raggelate rappresentazioni del Potere, una critica sociale dissimulate ma implacabile contro l’oppressione dell’individuo, e in particolare della donna; un’analisi incisiva dei meccanismi che regolano l’esistenza di un universo claustrofobico e concentrazionario come è quello che tiene legati assieme, in unico cerchio di vittime e carnefici, i protagonisti di questa novella.
Costruita come un melodramma freddo, in cui la sobrietà dello stile rende ancor più intenso il gioco delle passioni, Moglie e concubine finisce col raccontarci, dietro la sua esibita inattualità, conflitti e sentimenti della Cina dei nostri giorni.
Nato a Suzhou nel Jiangsu nel 1963, Su Tong è tra gli scrittori oggi più noti in Cina e all’estero. La sua conoscenza dei classici e della poesia cinesi, e quella della letteratura straniera, ne fanno un autore raffinato, molto interessato alla sperimentazione linguistica. Oggi vive a Nanchino e lavora alla redazione della rivista letteraria “Zhongshan”, una delle più autorevoli del momento.
Ha pubblicato il suo primo racconto, Dibage shi tongxiang (L’ottavo è un ritratto di bronzo), nel 1988. Tra i suoi libri pubblicati in italiano: Cipria (Theoria 1993, Feltrinelli 1997) da cui è stato tratto l’omonimo film, La casa dell’oppio (Theoria 1995), Spiriti senza pace (Feltrinelli 2000).
Argomenti: Cina, Cultura Cinese, Storia dei Costumi, Storia dei Popoli, Storia del Pensiero,