Mitologie Economiche
Titolo originale: Nos mytologies économiques
Autore/i: Laurent Éloi
Editore: Neri Pozza Editore
prologo dell’autore, traduzione di Roberto Boi.
pp. 128, Vicenza
«Éloi Laurent ci regala un breve libro critico sul pensiero economico attuale, sottolineandone le contraddizioni e le false interpretazioni. Una riflessione tonificante e documentata che va contro l’attuale ortodossia economica». (Culture-Chronique)
«Oggi chi vuole apparire importante “fa l’economista”. In un miscuglio particolarmente tossico di ideologia e dilettantismo, un numero crescente di “commentatori” di minuscola competenza recita con tono professionale e spesso comminatorio un catechismo del quale, peraltro, capisce pressochè niente». (Éloi Laurent)
«L’economia è diventata la grammatica della politica. Col suo uso e le sue regole condiziona il linguaggio, la parola pubblica, il cui libero arbitrio si limita ormai alla scelta del vocabolario, della retorica e dell’intonazione».
Da questa oggettiva constatazione dello stato di cose presenti muove la riflessione contenuta in questo libro, che ha di mira un obiettivo determinato: mostrare come la grammatica economica non sia affatto una scienza o un’arte, ma piuttosto una mitologia, un credere comune in un insieme di rappresentazioni giudicate degne di fede.
Come ogni religione e culto della fatalità, l’analisi economica mette oggi infatti in scena un universo angoscioso, fatto di vincoli, di costrizioni, di rifiuti, di punizioni, di rinunce e di frustrazioni. Risponde «non si può» quando i cittadini dicono «noi vogliamo». Riduce i progetti, le ambizioni e i sogni a questioni falsamente importanti: «quanto costa?», «quanto rende?». Segna la fine delle alternative e avvelena, infine, lo spirito democratico, poiché chi ha poteri di governo si sente obbligato a invocare le mitologie economiche per rafforzare la propria autorità e credibilità.
Analizzando e decostruendo tre discorsi oggi dominanti che si servono di miti economici per renderci miopi rispetto alle vere sfide del nostro tempo – il neoliberismo in fase terminale, la social-xenofobia emergente e l’euroscetticismo irriducibile – Éloi Laurent dimostra come l’economia sia una modernità superata che «pretende di essere una spinta permanente al cambiamento e alla riforma» e, invece, «racchiude gli individui e i gruppi nel mondo così come, screditando le dissidenze e soffocando i pensieri nuovi».
Éloi Laurent è un economista francese. Membro del OFCE, professore al Sciences Po di Parigi, alla Stanford University e a Harvard. In Italia sono stati tradotti i suoi La nuova ecologia politica. Economia e sviluppò umano (2009) scritto con Jean-Paul Fitoussi e L’economia della fiducia (2013).
Prologo
I. La mitologia neoliberista
- Un’economia di mercato dinamico poggia su una concorrenza libera e non falsata
- Bisogna produrre delle ricchezze prima di redistribuirle
- Lo Stato deve essere gestito come un nucleo familiare, lo Stato deve essere gestito come un’azienda
- I sistemi di protezione sociale sono finanziariamente insostenibili
- Le “riforme strutturali” che puntano ad aumentare la “competitività” sono la chiave della nostra prosperità
- Viviamo una rivoluzione tecnologica senza precedenti, alla quale bisogna adattare senza indugio il nostro modello sociale
- Non si possono cambiare le regole europee, bisogna adeguarsi a esse
II. La mitologia social-xenofoba
- I flussi migratori attuali sono incontrollabili e condurranno in breve tempo al “grande ricambio” della popolazione francese
- L’immigrazione rappresenta un costo economico insopportabile
- L’immigrazione genera un Carico sociale insostenibile
- Per ragioni culturali, è impossibile integrare socialmente gli immigrati
- L’Occidente sta sprofondando in un declino ineluttabile
- L’identità nazionale rischia di scomparire nella globalizzazione
- Si preferiscono i “migranti” ai poveri
- L’immigrazione alimenta l’insicurezza
III. La mitologia ecoscettica
- Le crisi ecologiche sono esagerate per fini ideologici
- I mercati e lo sviluppo sono le vere soluzioni all’emergenza ecologica
- Non si possono cambiare i comportamenti economici senza rinunciare al liberismo
- L’ecologia è nemica dell’innovazione e dell’impiego
- La transizione ecologica è un affare da ricchi, sinonimo d’ingiustizia sociale
- I paesi in via di sviluppo non vogliono saperne della transizione ecologica, il che rende i nostri sforzi inutili
- La gente pretende di voler cambiare i propri
- comportamenti, ma in realtà non è pronta a farlo
- L’ecologia è punitiva
- La transizione energetica è troppo costosa
- Dato che funzionano davvero solo su scala ridotta, le pratiche ecologiche resteranno marginali
Epilogo
Argomenti: Antropologia, Economia, Pensiero, Storia,