Miti e Magie delle Erbe – L’Aura di Piante e Fiori tra Mitologia e Letteratura
Cibo dell’anima e del corpo
Autore/i: Macioti Maria Immacolata
Editore: DeriveApprodi
seconda edizione riveduta e aggiornata, prefazione alla nuova edizione e premessa dell’autrice.
pp. 320, Roma
Alberi, piante, fiori sono da sempre presenti nell’immaginario e nei rituali delle più diverse culture. Cibo dell’anima e del corpo, ciascuno è portatore di un’aura particolare. Ci sono fiori prediletti dag)i Elfi e altri amati dalle fate. Nella tradizione greco-romana la quercia è sacra a Zeus, mentre il mirto lo è a Venere. Alcuni danno vita e amore, come le rose e le viole, altri celano insidie mortali, quali l’iris portatore di sonno. Vi sono poi piante legate alle grandi religioni, quali il loto, importante per il buddismo, o il vischio, a lungo ritenuto un dono degli dèi, o la mandragora, la cui forma umana la riconduce al Paradiso terrestre.
Il libro di Maria Immacolata Macioti è un lungo viaggio storico e culturale nelle narrazioni mitiche che hanno accompagnato l’uso e la diffusione delle piante dalla classicità ai giorni nostri nella loro funzione curativa tanto del corpo quanto dello spirito, passando per le loro connessioni religiose.
Nel rapporto che gli umani hanno stabilito con le piante, facendo di esse l’oggetto di riti e racconti e attribuendo loro specifiche qualità, si è dato loro l’abilita di fare da tramite con cid che le diverse culture hanno immaginato di un aldilà. Le piante traducono l’incanto magico e simbolico che accompagna la nostra permanenza sulla terra.
«Si credeva, un tempo, alle grandi forze cosmiche. Venti e stelle, fiumi e laghi, rocce, piante e animali di ogni specie popolavano l’universo, si imponevano all’attenzione degli uomini.
Nulla di più naturale, per questi, che cercare di accattivarsene le simpatie, comprenderne gli umori, renderseli amici. È importante stringere particolari alleanze con qualcuno di questi esseri, adottarli, farsene adottare. È difficile pensare di poter instaurare legami speciali con grandi forze cosmiche; si può invece più agevolmente riuscirci con un semplice animale. È nei confronti di queste realtà che, ci dice Émile Durkheim, si rivolge, inizialmente, il culto, sono gli esseri più umili, quelli con cui si stringono legami di parentela. Piante e alberi sono rispettati ed adorati, in vario modo, in tutta l’Europa occidentale, fra gli Slavi e Lituani, fra gli antichi e gli Italici, fra i Germani e i Celti. Piante e alberi sono il dio. Hanno quindi un’anima; sono dotati di sensibilità.
Le credenze animistiche implicano la consapevolezza del dolore degli alberi: un ramo spezzato, la corteccia staccata sono ferite inferte. Ferite che provocano dolore, lamenti, pianti.
Gli alberi soffrono, si ribellano, gemono almeno finché le loro radici, tenacemente abbarbicate al suolo, non vengono divelte.
Studiosi e scrittori riportano ricordi e testimonianze di legami con gli alberi, in positivo e in negativo. Come mai questa attribuzione di forti influenze data alle piante? Come mai ad alcune di esse, nel tempo, sono state demandate capacita particolari, di tipo magico-sacrale?».
Maria Immacolata Macioti ha insegnato sociologia all’Università La Sapienza di Roma. Studiosa di movimenti religiosi e forme magiche contemporanee, ha pubblicato numerosi volumi dedicati a questi argomenti. Ha scritto altresì di immigrati e rifugiati, delle guerre civili e dei genocidi occorsi nel Novecento in Europa e altrove.
Argomenti: Magia, Miti, Piante Officinali, Simbolismo,