Mistici e Magia del Tibet
Autore/i: David-Neel Alexandra
Editore: Casa Editrice Astrolabio
prefazione dell’autrice alla presente edizione italiana, introduzione D’Arsonval, introduzione dell’autrice alla prima edizione italiana, traduzione italiana di Vittorio Alessi.
pp. 244, Roma
“Quando mi accinsi a visitare il Tibet, non fu, come molti possono credere, allo scopo di vedervi fenomeni bizzarri. Mi proponevo di studiare sul luogo una deformazione particolare della dottrina buddhista nella sua commistione nello sciamanesimo dei Peuns: il lamaismo. Fu “per caso” che mi accadde nel corso delle mie peregrinazioni attraverso il Tibet, di assistere al prodursi di fatti straordinari. Ma più che sui fatti stessi, la mia attenzione si fermava sulla personalità di coloro che ne erano gli attori, e sulle idee che essi nutrivano a loro riguardo. Forse nessun libro ha contribuito come questo a dare agli occidentali una conoscenza diretta del Tibet, dei prodigiosi eventi che vi si verificano e dello straordinario potere psichico dei suoi maghi e dei suoi mistici. È tradotto in tutte le lingue europee ed è citato come un classico da tutti gli orientalisti[…]”
Alexandra David-Néel, nata Louise Eugenie Alexandrine Marie David (Saint-Mandé, 1868 – 1969) è stata una scrittrice ed esploratrice francese.
Nota soprattutto per la sua visita a Lhasa nel 1924 scrisse più di trenta libri di viaggi e di Buddhismo.
Nel 1886, all’età di soli diciotto anni, abbandonò la casa dei suoi genitori a Bruxelles per viaggiare in sella ad una bicicletta con la quale si diresse in Spagna. Il suo viaggio proseguì in Francia dove si fermò per un certo tempo presso Mont-Saint-Michel. Trasferitasi in Inghilterra, a Londra, si immerse nello studio delle filosofie orientali, contemporaneamente allo studio della lingua inglese. Lì ebbe modo di conoscere Agvan Dorzhiev inviato del Tredicesimo Dalai Lama e futuro fondatore del primo tempio buddhista in Europa.
Dopo aver fatto ritorno a Parigi dove si iscrisse alla Società Teosofica, seguì le lezioni di Lingue Orientali alla Università della Sorbona. In quello stesso periodo si iscrisse o frequentò numerose società segrete, movimenti femministi ed anarchici. Nel 1899 scrisse un saggio anarchico con la prefazione dell’anarchico e geografo Elisée Reclus. Tuttavia l’opera non trovò nessun editore che avesse il coraggio di pubblicarla, fino a quando il suo compagno, Jean Haustont, non decise di pubblicare l’opera a proprie spese. Nonostante passasse del tutto inosservata dalla maggioranza del pubblico, lo scritto di David-Néel si diffuse ampiamente negli ambienti anarchici e venne tradotto in ben cinque lingue, compreso il russo.
Nel 1890 – 1891, grazie ad una eredità proveniente dalla nonna materna, viaggiò in lungo e in largo per tutta l’India, dove rimase affascinata dalla musica tibetana e dalle tecniche di meditazione apprese grazie al suo maestro locale, Swami Bhaskarânanda.
Con la promessa di fare ritorno in Asia, si trasferì in Africa settentrionale dove si diede allo studio del Corano, e, trasferitasi a Tunisi conobbe l’ingegnere ferroviario Philippe Néel che sposò nel 1904. Ben presto la vita matrimoniale si rivelò insoddisfacente per il suo carattere sempre assetato di novità e viaggi, per questo motivo, d’accordo con suo marito, si trasferì nuovamente in Inghilterra per apprendere in maniera approfondita la lingua inglese, fondamentale per gli studi di orientalistica, di cui era appassionata. Dopo alcuni mesi di studio, si recò in Belgio, per fare una visita alla madre e alla tomba del padre, per fare poi ritorno a Tunisi da suo marito.
Dal 1914 al 1916 visse in eremitaggio in una caverna nel Sikkim praticando esercizi spirituali con il monaco tibetano Aphur Yongden che divenne il suo compagno di vita e avventure e che in seguito adottò come figlio.
Nel 1916 a Shigatse incontrò il Panchen Lama che la riconobbe come reincarnazione. Impossibilitata a tornare in Europa a causa della guerra si recò in Giappone. Là incontrò Ekai Kawaguchi che nel 1901 aveva visitato Lhasa. Desiderosa di imitarlo, si recò a Pechino e di lì, travestita da tibetana, attraversò la Cina in piena guerra civile e a piedi raggiunse Lhasa.
Dopo una parentesi europea, Alexandra nel 1937 tornò in Cina dove rimase, a causa della seconda guerra mondiale, fino al 1946.
Morì a cento anni in Provenza.
Argomenti: Cina, Misticismo, Oriente, Spiritualità, Storia di Donne, Storie di Vita, Studio Pratica e Ricerca, Tibet,