Mister Mouse o la Metafisica della Tana
Romanzo
Autore/i: Delerm Philippe
Editore: Edizioni Frassinelli
traduzione di Alessandra Emma Giagheddu.
pp. 118, Milano
È una serata d’inverno. Mentre fuori la neve imbianca il bosco, Mortimer e Jennifer giocano allegramente sul tappeto con il papa, illuminati dal bagliore del caminetto. Mamma Emily, intanto, sferruzza. Una scena di felicita domestica? Certamente, ma i protagonisti, in questo caso, e in tutto il nuovo romanzo di Delerm, sono dei topolini. Rivisitando la formula classica della favola, l’autore francese si presenta in una veste letteraria per lui inedita, ancora una volta a intrattenerci e a interrogarci sulle piccole gioie dell’esistenza. Dall’osservatorio della sua tana, Mr Jeremy Mouse racconta e si racconta, facendosi interprete di riflessioni, perplessità, piccole inquietudini e di una filosofia di vita filtrata attraverso un impagabile, delicato umorismo. Sono minuscoli quadretti di vita animale – la routine quotidiana, i rapporti con i vicini, i divertimenti, la cucina, lo sport, e persino la letteratura – che rispecchiano fedelmente quella degli uomini e ne mettono in evidenza luci e ombre con lievi tocchi d’acquerello. Un’opera che si ammanta della consueta grazia delermiana, strizzando l’occhio alle debolezze umane e accennando all’eterna questione della felicita, Nato nel 1950 nel Sud-Est della Francia.
Philippe Delerm vive in Normandia. Sposato, padre di un figlio, è professore di lettere al Collège de Bernay; è autore di numerose opere, alcune per l’infanzia. Ha esordito in Italia con La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri – un vero caso editoriale che ha scalato le classifiche e ha vinto in Francia il premio Grandgousier – cui sono seguiti altri sette libri di grande successo, tutti editi da Frassinelli.
«C’è in questo libro di Delerm, come negli altri suoi romanzi, un’evidente affermazione di felicità che invita a un esame di coscienza. In fondo, non si è abbastanza consapevoli della propria felicità – e qui sta il guaio – e ciò riguarda tanto i topi quanto gli uomini.» (Le Figaro)
«È dalla campagna che Delerm attinge la poesia della sua storia una successione di quadretti dai quali traspare la filosofia della sua esistenza, non priva di humour, e in cui ci si interroga sulla felicità. Quella umana. Poichè il topino Jeremy vive in ciascuno di noi.»
(Lire)
«L’autore ammette senza reticenze che quel topo gli assomiglia enormemente, ma che è più pratico celarsi dietro la maschera dell’animale per dare una stoccata alla nostra civiltà» (Liberté Dinamiche)
Argomenti: Letteratura, Racconti, Romanzo,