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Metafisica

Metafisica

Autore/i: Jaspers Karl

Editore: U. Mursia Editore

presentazione, nota, traduzione dal tedesco e cura di Umberto Galimberti.

pp. 376, Milano

Nella Filosofia, la grande opera in tre volumi ch’è il capolavoro di Jaspers, l’«orientazione filosofica nel mondo» e la «chiarificazione dell’esistenza» sono le tappe che precedono e conducono a quella «metafisica» che ne raccoglie il senso ultimo. Dell’intera opera presentiamo in traduzione italiana l’Introduzione generale e il terzo volume, ch’è, appunto, la Metafisica. Con questa parola non si deve intendere un «sapere oggettivo» in grado di pronunciarsi sui problemi ultimi che trascendono il piano dell’esperienza, ma l’«esigenza incondizionata» che sospinge l’uomo oltre il piano del noto e di ciò ch’è scientificamente provato.
In tal senso, la metafisica non è più dottrina, ma la natura stessa dell’uomo, insoddisfatta delle sue immanenti visioni del mondo: essa non è più quella «sophia» in cui si riassume un presunto sapere del mondo, dell’anima, di Dio, ma è quella «philosophia» che, come vuole l’etimo, non sa ma ama, non possiede ma cerca il senso di ciò che sempre sfugge come ogni oggetto d’amore. Il naufragio esprime per Jaspers il senso filosofico ultimo di ciò che il sapere organizza con un’esattezza rigorosa e scientifica e con una pretesa di oggettività universale, misurate dalla soggettività dell’uomo, ma non dall’essere, il quale invece si sottrae, nell’atto stesso di offrirsi, sempre ulteriore e inafferrabile. Il naufragio del sapere e la trascendenza dell’essere definiscono cosi per Jaspers lo spazio metafisico della filosofia, depotenziando a sapere presunto ogni tentativo positivistico o idealistico di raccogliere la totalità dell’essere nell’oggettività data o creata dal pensiero dell’uomo.

Karl Jaspers, nato a Oldenburg nel 1883, laureatosi in medicina nel 1909 e specializzatosi in psicologia e psichiatria, nel 1913 pubblicò la Psicopatologia generale, ancor oggi considerata come un classico della disciplina. Conseguita l’abilitazione in filosofia nel 1913, iniziò qualche anno dopo l’insegnamento nell’Università di Heidelberg, pubblicando nel 1918 la Psychologie der Weltanschauungen. Costretto dal regime nazionalsocialista a lasciare l’insegnamento universitario, non lo riprese che nel 1945, per trasferirsi. due anni dopo a Basilea, ove insegnò all’Università e abitò sino alla morte, avvenuta nel 1969. Dopo la pubblicazione dei tre volumi di Philosophie nel 1932, egli attese a due grandi opere: anzitutto una logica filosofica, di cui resta il primo volume, Von der Wahrheit (Della verità) del 1947, e di cui son dati accenni nelle opere minori: Vernunft und Existenz (Ragione ed esistenza) del 1935, Existenzphilosophie del 1938, Der philosophische Glaube (La fede filosofica) del 1948, Einführung in die Philosophie (Introduzione alla filosofia) del 1950; e in secondo luogo una grande storia universale del pensiero filosofico, di cui possediamo il primo volume, Die grossen Philosophen (I grandi filosofi), del 1957, e una serie di monografie che si inseriscono in questo progetto (Niccolò Cusano, Cartesio, Schelling, Kierkegaard, Nietzsche), e che ora sono pubblicate separatamente. Un accenno meritano anche gli scritti con cui Jaspers entra nella polemica intorno alla «demitizzazione» e all’attualità del cristianesimo, fra cui specialmente Der philosophische Glaube angesichts der Offenbarung (La fede filosofica rispetto alla rivelazione), del 1962, e soprattutto le opere di politica, che costituiscono nel loro complesso un’accusa vigorosa contro ogni forma di nazionalismo e totalitarismo, e un appello a favore del federalismo da attuarsi prima a livello europeo, e poi a livello mondiale.

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