Memorie di un Ratto
Titolo originale: Szczur
Autore/i: Zaniewski Andrzej
Editore: Longanesi & C.
traduzione dall’originale polacco di Luca Bernardini.
pp. 194, Milano
Il buio. Poi barlumi confusi e accecanti, e infine una morbida e tenue luce: queste le prime sensazioni di un ratto che viene al mondo. È proprio lui, il ratto, a raccontarlo a noi, a quegli esseri strani e rumorosi che vengono chiamati «uomini». E noi diventiamo spettatori della sua esistenza, spettatori di un’«altra» vita.
Cresci, ratto, cresci, diventa il più grande, il più forte, impadronisciti del mondo, vagando tra neri rigagnoli e cantine, ascoltando gli echi, le voci, i ronzii e il rumore del pesante battito di quelle «montagne di carne sbuffanti», di noi uomini, nemici da subito e per sempre.
Impara a conoscere la paura, ratto, ma soprattutto impara che bisogna essere scaltri e prudenti per vivere e che bisogna odiare e uccidere per avere speranza.
E allora scappa, ratto, scappa dal tuo odore, dal tuo nido, dalla tua femmina, scappa lontano.
La tua vita non è che una fuga, una fuga disperata e senza meta, lontano dagli altri ratti, dalla barbarie fratricida degli uomini, da te stesso, alla ricerca di un attimo di quiete o chissà, di un sogno.
Poi, quando la malattia del tempo ti avrà quasi consumato, ti metterai in viaggio un’ultima volta per ritrovare il tuo primo nido, le tue strade, quei muri a te cari, il tuo odore. Cerca, cerca ancora, ma affrettati perchè il buio sta tornando di nuovo, proprio come quando sei nato…
Dalle tenebre di un cassetto dove questo romanzo è rimasto troppo a lungo, Andrzej Zaniewski estrae una storia inquietante e sconvolgente, la cui essenza, come direbbe Edgar Allan Poe, è «piena di orrore», quello stesso orrore evocato da un altro polacco, Joseph Conrad, in Cuore di tenebra.
Riusciremo, noi «esseri superiori», ad afferrare di questo orrore la suprema bellezza e la profonda «umanità»? Ad apprezzare una grande avventura biologica che è anche una metafora minimalistica della vita, di tutte le vite?
Andrzej Zaniewski, nato in Polonia nel 1940, insegnante di lettere e storia in un liceo, è stato autore di poesie e racconti prima di affrontare questo romanzo, che gli ha richiesto lunghi studi e ricerche su animali (il rattus norvegicus o ratto di fogna e il rattus rattus o ratto nero) che egli considera strettamente affini all’uomo dal punto di vista sia biologico sia psicologico.
Il romanzo, che attende dal 1979 di trovare un editore polacco, è ora stato tradotto o è in corso di traduzione nelle principali lingue europee, rappresentando una vera e propria scoperta letteraria (lo si paragona a Il profumo di Patrick Süskind) e un clamoroso successo.
Argomenti: Letteratura, Romanzo,