Memorie
Titolo originale: Vospominanija
Autore/i: Sacharov Andrej
Editore: SugarCo Edizioni
unica edizione, traduzione dal russo di Elena Gori Corti.
pp. 932, numerose fotografie b/n f.t., Milano
Pioniere della fisica, padre della bomba H sovietica, premio Nobel per la Pace 1975, Andrej Sacharov è stato una delle maggiori figure del XX secolo. Ha rinunciato a tutti i privilegi che gli derivavano dalle posizioni di prestigio raggiunte quale fisico per assumere il ruolo di leader del movimento dei dissidenti sovietici e della lotta in favore dei diritti umani per la quale è diventato famoso in tutto il mondo. Secondo molti, è a lui che va attribuito il merito dei cambiamenti che hanno sconvolto la geografia socio-politica dell’Unione Sovietica e dell’Europa dell’Est. In questa sua autobiografia, completata poco prima della morte avvenuta nel dicembre del 1989, Sacharov ricostruisce in prima persona la vita straordinaria di un uomo il cui nome è destinato a restare nella memoria delle generazioni future. Nato da una famiglia della borghesia intellettuale di Mosca, Sacharov è cresciuto fisicamente e culturalmente durante i primi travagliati decenni del regime comunista. Rievoca qui il lavoro che svolse in una fabbrica di munizioni durante la seconda guerra mondiale e come nel 1945 abbia cominciato gli studi superiori di fisica che alla fine lo avrebbero portato a far parte del programma di sviluppo della bomba all’idrogeno. Sacharov ci fornisce l’inedito, fascinoso resoconto degli sforzi compiuti per vincere la corsa alla bomba H (la sua narrazione getta nuova luce sulla questione ancora controversa di chi abbia costruito per primo la bomba) e una descrizione dei personaggi coinvolti nel progetto come il suo maestro, il premio Nobel Igor Tamm, e il capo della polizia segreta di Stalin, Lavrenti Berija. Descrive l’«impianto», la Los Alamos sovietica, dove ha passato diciotto anni della sua vita, ci parla di scienza raccontandoci al tempo stesso la tragedia umana.
Eletto all’Accademia delle Scienze a soli trentadue anni, Sacharov ne divenne un influente membro. Spiega la trasformazione interiore cui andò incontro e perché abbia cominciato a dubitare dell’affidabilità del governo entrato in possesso della nuova e terribile arma di distruzione. Rivela le drammatiche prove di forza che sostenne con Nikita Chruščev, i suoi tentativi di influenzare le autorità, l’ostracismo cui venne sottoposto dalla comunità scientifica sovietica e le vessazioni, che divennero un evento quasi quotidiano, subite ad opera di responsabili di governo.
Rimasto vedovo della prima moglie, Sacharov conobbe Elena Bonner e qui racconta le circostanze in cui si sviluppò un’eccezionale relazione tra due individualità differenti ma consacrate alla medesima causa e al loro meraviglioso, reciproco amore. Rievoca con dovizia di particolari i suoi continui scontri con i leader sovietici su questioni di politica interna ed esterna; le azioni compiute in favore delle vittime della persecuzione politica; ì tentativi del governo di ridurlo al silenzio e di gettare discredito su di lui e su sua moglie. Nei primi anni Ottanta denunciò Tinvaslone dell’Afghanistan e la vivacità della sua narrativa ci consente di rivivere il momento in cui venne prelevato in una strada di Mosca dal Kgb ed esiliato a Gor’kij, dove rimase relegato per sette anni. Alla fine, nel dicembre del 1986, giunse un’inaspettata telefonata da parte di Michail Gorbačev e Sacharov ed Elena Bonner poterono tornare a Mosca, finalmente liberi.
Argomenti: Biografie, Memorie, Personalità, Russia, Storie di Vita,