Manuale Medicina del Sonno
Autore/i: Coccagna Giorgio; Smirne Salvatore
Editore: Utet
presentazione di Elio Lugaresi, prefazione degli autori.
pp. XV-352, Milano
Dalla presentazione di Elio Lugaresi:
«La Medicina tradizionale ha trascurato quella parte della nostra esistenza che trascorriamo nel sonno, quasi che durante il sonno la malattia ci concedesse una tregua. Ma, nel corso degli anni ’50 la scoperta della cosiddetta fase dei sogni 0 sonno REM (da Rapid Eye Movements) avvenuta nel laboratorio del Dr. Kleitmann (a Chicago) ottenne l’attenzione di psicologi, neurofisiologici e clinici, i quali si resero conto che il sonno, come particolare e complesso stato della nostra esistenza, doveva essere meglio conosciuto e studiato.
Nacque così nel corso di pochi anni una nuova disciplina medica che occupandosi dei disturbi e delle malattie che insorgono nel sonno o che riguardano il suo normale svolgimento ha preso il nome di Medicina del Sonno.
Noi italiani, forse spinti dall’esempio di un grande fisiologo, il Professor Giuseppe Moruzzi (Pisa), fummo tra i primi ad occuparci del problema. Nel 1967 a Bologna, organizzammo infatti il 1° Convegno Internazionale su quelle che definimmo le anomalie del sonno nell’uomo.
In quell’incontro internazionale al parteciparono tra gli altri Dement e Rechstchaffen che negli Stati Uniti per primi si erano accorti di quanto fosse importante lo studio dei disturbi del sonno, Hishikawa che arrivò dal Giappone, attraversando tutta l’Asia con la ferrovia Transiberiana, Oswald che proveniva dall’Australia, Passouant e Gastaut, il quale ultimo insieme a Coccagna e a me fu il promotore di quell’incontro.
Le ricerche epidemiologiche e il progredire delle indagini polisonnografiche hanno enormemente allargato gli orizzonti della Medicina del Sonno coinvolgendo un numero sempre elevato di neurologi, pneumologi, otoiatri ed altri specialisti.
Anche nel nostro Paese sia pure tra difficoltà organizzative e crescenti e per opera di persone fortemente motivate da interessi scientifici sono stati istituiti almeno 10 centri universitari.[…]»
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