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L’Uomo e la Tecnica

L’Uomo e la Tecnica

Autore/i: Spengler Oswald

Editore: Ugo Guanda Editore

introduzione di Stefano Zecchi, traduzione di Giovanni Gurisatti.

pp. 104, Parma

«In queste pagine», scrive Spengler, «ho voluto verificare la tenuta dell’approccio applicato nel Tramonto dell’Occidente», applicandolo «la storia dell’uomo a partire dalle sue origini».
In questo breve, ma densissimo saggio del 1931, che dunque si collega strettamente, anzitutto sul piano del metodo, all’opera maggiore, Spengler affronta storicamente il rapporto dell’uomo con la tecnica. «Per Spengler», scrive Stefano Zecchi nell’introduzione, «nella tecnica si rappresenta il destino dell’uomo occidentale, cioè dell’uomo ’faustiano’ che ha assegnato al logos il significato di “azione” e che ha fatto dell’esperienza vissuta – del bisogno di amore e di potere, del desiderio di infinito e di eterno – il principio stesso della conoscenza e della propria formazione. La tecnica è destino: ciò significa che non possiamo sottrarci ad essa e che la sua storia e antica quanto quella dell’uomo». Nel Tramonto dell’Occidente, vi erano pagine piuttosto centrali sull’origine magica e cultuale della tecnica.
Ora, di questo non c’è più traccia. La tecnica assume, nel pensiero spengleriano, una dimensione eroica, perché è eroico il rapporto che l’uomo faustiano stabilisce con la natura. «Da un lato» (ancora dall’introduzione) «è sottolineato l’imporsi della tecnica sulla natura come norma della modernità, dall’altro viene messo in evidenza l’aspetto eccezionale di queste imposizioni, con l’evocazione della figura dell’eroe.»

Oswald Spengler nacque a Blankenburg (Harz) nel 1880. Studiò scienze naturali e matematica a Monaco, Berlino e Halle, e per tre anni fu professore di ginnasio di queste materie ad Amburgo. Si trasferì poi a Monaco, dove si dedicò privatamente agli studi e dove morì nel 1936. Fece parte di varie organizzazioni scientifiche e in particolare, come membro del comitato di fondazione, del Forschungsinstitut für Kulturmorphologie, divenuto poi Frobenius-Institut. Tra le sue opere: Il tramonto dell’Occidente (1918-1922) – edito da Guanda -, Il socialismo prussiano (1920) e Anni decisivi (1933).

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