L’Uomo e i Suoi Simboli
Autore/i: Jung Carl Gustav
Editore: Raffaello Cortina Editore
a cura di Carl Gustav Jung e Marie-Luise von Franz, introduzione di John Freeman, traduzione dall’inglese di Roberto Tettucci.
pp. 320, più di 500 ill. a colori e b/n, Milano
Se non fosse stato per un sogno questo libro non sarebbe mai stato scritto: un sogno – di cui parla John Freeman nell’introduzione – che convinse il fondatore della scuola della “psicologia analitica” a presentare le sue idee fondamentali a quanti non avevano una specifica preparazione psicologica.
In un primo momento Jung aveva decisamente rifiutato l’idea di Freeman (che fu poi il coordinatore del lavoro) di scrivere un libro per il “lettore medio”: “[…] mi disse di no. Me lo disse nel modo più cortese ma con grande fermezza: in passato egli non aveva mai cercato di popolarizzare la sua opera e non era sicuro che ciò potesse esser fatto allora in modo soddisfacente; in ogni caso si sentiva ormai vecchio, piuttosto stanco e incapace di tener fede a un impegno così gravoso”.
Fu poi un sogno, come dicevamo, a convincere Jung, e i sogni hanno la massima importanza nella psicologia analitica. Il principale contributo di Jung alla conoscenza della psiche umana fu il concetto di inconscio come vero e proprio “mondo”, altrettanto reale e vitale del mondo conscio e “riflessivo” dell’ego, ma infinitamente più esteso e ricco: solo conoscendo e accettando l’inconscio l’uomo può realizzarsi completamente.
Il linguaggio e i “personaggi” dell’inconscio sono i simboli, e i sogni i suoi mezzi di comunicazione. Ogni sogno è una comunicazione diretta, personale e significativa rivolta al soggetto sognante, che fa uso di simboli comuni a tutti gli uomini, ma trasmessi con una modalità assolutamente personale perciò interpretabili solo in chiave individuale.
Jung non volle essere l’unico autore del libro: volle che esso costituisse lo sforzo collettivo di un gruppo di stretti collaboratori e discepoli ai quali egli aveva cercato di trasmettere i suoi metodi e il suo insegnamento: Marie-Louise von Franz, Joseph L. Henderson, Aniela Jaffé e Jolande Jacobi.
All’età di ottantatré anni Jung elaborò l’intero piano dell’opera e dedicò gli ultimi mesi della sua vita a scrivere il suo contributo e alla redazione delle parti scritte dai quattro collaboratori. Dopo la sua morte la dottoressa von Franz si assunse la responsabilità complessiva della conclusione del lavoro secondo le esplicite istruzioni date da Jung.
Più di 500 illustrazioni completano il testo e forniscono un eccezionale “commento” al pensiero di Jung: possiamo quindi considerarle una parte essenziale dell’opera.
Argomenti: Psicologia, Simbologia,