L’Uomo di Babele
Autore/i: Tacconi Bruno
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione di Alcide Paolini.
pp. 368, Milano
Viaggiando verso Babilonia all‘epoca di Hammurabi (fra il 2000 e il 1750 a.C.). Sansos, un medico che non ha memoria del proprio paspato, giunge a una città devastata, dove l’incontro col vecchio Sanherim lo pone al centro di una vicenda misteriosa: la sparizione di trenta talenti d’oro. Latore di un messaggio per il grande re Hammurabi, e partecipe di un segreto di Stato, Sansos è insidiato d’ora in poi da potenze occulte, i sacerdoti dell’Esagil, il tempio del dio babilonese Marduk. A Babilonia infatti, dalle mura gigantesche che ne fanno una specie di fortezza, dominata dalla mole dell’Etemenanki, l’antica e cosmogonica torre di Babele, s’infittisce la trama che irretirà il medico, complice il fascino ambiguo della sacerdotessa Ningal cui si contrappone la dolcezza mite della schiava Fara: due personaggi fra i più affascinanti de L’uomo di Babele. Una serie crepitante di situazioni imprevedibili, di colpi di scena con cui l‘autore rivela il suo inconfondibile estro inventivo, avvince la nostra attenzione fino allo scioglimento di tutti i nodi, in una confluenza di temi drammatici e grotteschi, crudeli e patetici. Vissuti gli angosciosi eventi, fra tentazioni e urti che non ne alterano l‘equilibrio, Sansos riprende il cammino solitario, simbolo dell’uomo antico attratto dalla lontananza e dal mistero. Inseriti in questa struttura romanzesca, percorsa da un thrilling di sottile effetto, ritroviamo i motivi dell’opera di grande successo di Bruno Tacconi, La verità perduta: l’organizzazione politica, le condizioni sociali, le concezioni religiose di una civiltà scomparsa. Hammurabi, figura maestosa dell’antico Oriente, fondatore di uno stato laico, combatte la casta sacerdotale babilonese, asservita politicamente al sommo sacerdote Etana.
Per regolare una società oppressiva e corrotta emana un codice, inciso su una stele di diorite. Ma la lotta fra Palazzo e Tempio, coinvolgendo nemici esterni, crea in tutto il territorio mesopotamico aspri conflitti, risolti vittoriosamente dal Re, còlto in una dimensione tragica non priva di grandezza e di umanità. Nell’ultimo periodo del suo regno si va delineando un’età nuova, in cui la sopraffazione sembra cedere a norme di giustizia, il parassitismo fondiario allo sviluppo industriale, la superstizione alla scienza. Ed è questo il messaggio di vivissima attualità che, partendo da un’epoca di transizione tanto anteriore a Cristo, s’irradia, Con rigore storico e implicazioni culturali, dall’affascinante romanzo di Bruno Tacconi.
Argomenti: Libri vari,