L’Uomo che Amava solo i Numeri
La storia di Paul Erdős, un genio alla ricerca della verità matematica
Autore/i: Hoffman Paul
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, traduzione di Massimo Parizzi.
pp. 280, nn. fotografie b/n f.t., ill. b/n, Milano
«Genio matematico di prim’ordine, Erdős era assolutamente ossessionato dalla sua disciplina: pensò e scrisse matematica per diciannove ore al giorno fino alla morte. Viaggiava in continuazione, con una borsa di plastica, e non mostrava il minimo interesse per il cibo, il sesso, la compagnia, l’arte: tutto ciò che è normalmente indispensabile a una vita umana. Paul Hoffman, nella sua meravigliosa biografia, ci offre di questa singolare creatura un vivido e insolitamente toccante ritratto, un ritratto che fa emergere non solo il genio e l’originalità di Erdős, ma anche il suo calore e il suo humour, la gioia della sua strana vita.» (Oliver Sacks)
Poteva accadere a ogni ora del giorno o della notte. Alla porta di alcuni tra i più importanti matematici del secolo si presentava un uomo di bassa statura, con la barba lunga e un vecchio paio di occhiali dalla spessa montatura nera. La frase con cui chiedeva ospitalità era sempre la stessa: «Il mio cervello è pronto». Pronto a risolvere i calcoli più ardui e a spiegare le congetture numeriche più complesse.
Il visitatore inatteso, ma sempre gradito, era Paul Erdős, uno dei più eccentrici geni matematici del Novecento. Ebreo ungherese, membro della scuola di John von Neumann e Edward Teller, Erdős – che a diciassette anni era già considerato un prodigio – arrivò in America nel 1938, ma fu costretto ad andarsene in seguito alle persecuzioni maccartiste. Da allora iniziarono le sue incessanti peregrinazioni per il mondo.
Paul Hoffman, che lo incontrò per la prima volta nel 1986 ed ebbe modo di frequentarlo nei suoi ultimi dieci anni di vita, ci racconta la sua fertilissima attività di esploratore alla scoperta di terre sconosciute nel pianeta dei numeri e la sua crescente estraniazione dalla realtà, dai rapporti umani, dalle relazioni affettive. Un ideale di isolamento dal mondo imperfetto fatto di uomini in carne e ossa che portò Erdős a condurre un’esistenza estremamente bizzarra: usava un proprio personalissimo vocabolario, non aveva una casa sua, non mostrava il minimo interesse per il cibo, il sesso, il denaro, la compagnia, l’arte. Tutto ciò di cui aveva bisogno era contenuto in due logore valigie – per lo più zeppe di appunti – che lo accompagnarono per sessant’anni a un ritmo frenetico attraverso quattro continenti alla caccia di problemi e talenti matematici.
Senza tralasciare gli aneddoti più curiosi e divertenti della vita di Erdős, Hoffman ci introduce ai problemi matematici più affascinanti, dall’«ultimo teorema» di Fermat al più frivolo «dilemma di Monty Hall», in un’eccezionale esplorazione dell’universo della matematica, dove i numeri sono poesia e il vero significato della vita è nella soluzione di problemi apparentemente irrisolvibili.
Paul Hoffman ha diretto la rivista «Discover» e attualmente collabora alla realizzazione di serie televisive di argomento scientifico. Ha scritto dieci libri, fra cui La vendetta di Archimede: gioie e insidie della matematica (Bompiani, 1990). Con L’uomo che amava solo i numeri nel 1999 ha vinto il prestigioso premio RhonePoulenc. Vive a Chicago, Illinois, e a Woodstock, New York.
Argomenti: Biografie, Matematica, Storie di Vita,