L’Omosessualità negli Animali
L’omosessualità come «strumento naturale» di difesa contro la sovrappopolazione
Autore/i: Celli Giorgio
Editore: Longanesi & C.
introduzione dell’autore.
pp. 176, 20 figure in bianco e nero, Milano
«Lasciate fare a Venere», scriveva Bergson, «e ci penserà poi Marte.» Se l’infanticidio è divenuto, nella coscienza occidentale, un crimine intollerabile; se la guerra, come scrive Bouthoul, è un infanticidio differito e coincide, divenuta guerra nucleare, con un evento escatologico, nella nuova situazione storica la morale tradizionale si rovescia, i valori invertono il loro segno, le valenze nere diventano bianche, e viceversa. «Crescete e moltiplicatevi» è un pessimo consiglio.
«Fate l’amore, non la guerra» è un programma valido solo a certe condizioni. Gli amori fecondi, infatti, non sostituiscono, ma generano la guerra. È venuto il momento di affrontare la verità: per sopravvivere è necessaria una nuova dimensione morale. Tutti sanno che la popolazione della terra è in costante ascesa. Oggi siamo tre miliardi e mezzo; saremo, di questo passo, sette miliardi nel duemila, e presto ci ridurremo a un uomo per ogni metro quadrato. In questa prospettiva terrificante, non generare diventa più «naturale : che generare. A tale proposito, tutti i rimedi finora ricercati e, in parte, attuati, che possono riassumersi con la frase «controllo delle nascite», o con le pratiche anticoncezionali, si sono dimostrati quasi inefficaci… D’altra parte, il controllo chimico delle nascite non solo si rappresenta sempre come la possibile alternativa riservata al futuro, ma ha determinato una constatazione ormai accettata, e cioè ogni ideologia che ci si opponga è una manifestazione implicita dell’impulso di morte, anzi, una tipica ideologia suicida. L’autore di questo libro, per dimostrare tale tesi, ricorre ai fatti noti ai biologi: le specie più stabili e più favorite sono quelle capaci di autoregolare la propria densità.
In questo contesto, l’omosessualità non può più essere considerata una pratica innaturale, e neppure condannata come tale. Rimane ancora da vedere se la nostra specie possiede, al pari di altri mammiferi, delle modalità interne di regolazione che, a determinati livelli, interferiscano attivamente, così da limitare l’incremento numerico.
Giorgio Celli ha seguito studi prevalentemente scientifici e attualmente si occupa di ricerche entomologiche presso un Istituto universitario. Scrittore, ha fatto parte del Gruppo ’63 e ha collaborato a numerose riviste italiane, quali, ad esempio, Il Verri, Quindici, Marcatré, Malebolge, di cui è stato uno dei fondatori, Tam-Tam. Ha pubblicato un romanzo: Il parafossile (Feltrinelli, 1967), un poema in prosa: Prolegomeni all’uccisione del Minotauro (Feltrinelli, 1972) e due volumetti di versi: Il pesce gotico (Geiger, 1968) e Morte di un biologo (Ed. del Centro Duchamp, 1970). Ha, inoltre, curato un volume delle opere di Darwin (Il meglio di Darwin in antropologia, Longanesi & C., 1971) e di Fabre (Ricordi di un entomologo, Einaudi, 1972).
Argomenti: Animali, Sessualità, Studio Pratica e Ricerca, Zoologia,