L’Occidente Barbarico
400-1000
Autore/i: Wallace-Hadrill J.M.
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Attilio Landi.
pp. 238, Milano
Nel IV secolo d.C., alla vigilia delle invasioni barbariche, l’Impero romano appare travagliato da gravi problemi, sia sociali sia economici: le frontiere sono cosi lontane da rendere la difesa contro i pericoli esterni un onere gravosissimo, la mano d’opera servile è in perenne agitazione, la produttività agricola in costante declino, mentre nelle coscienze permane irrisolto il conflitto tra l’antico culto pagano e il nuovo spirito cristiano. Su questo mondo inquieto calarono i barbari: Goti e Visigoti, Unni, Franchi e Longobardi, popolazioni tutte di origine germanica ad esclusione degli Unni provenienti dall’Asia. In ondate successive, tra il 400 e il 1000, essi compirono quell’opera di disintegrazione dell’Impero dalla quale doveva sorgere il nuovo assetto dell’Europa medioevale: i singoli stati sorti dalle ex province trasformarono le differenze etniche e culturali in definitivi caratteri nazionali. Nell’Occidente barbarico Wallace-Hadrill, professore all’Università di Manchester, esamina, in una sintesi efficace ed esauriente, le cause che determinarono le invasioni, il loro succedersi e le conseguenze storiche che derivarono da questo processo. Nella complessità della materia trattata un motivo chiarificatore emerge su ogni altro: quelle genti barbariche distrussero in massima parte il patrimonio della romanità e, anche quando tentarono di ordinare lo stato sulla base dell’Impero scomparso, vi riuscirono più nell’apparenza che nella realtà; tuttavia, entrate nell’orbita della civiltà romana, furono da questa illuminate e trasmutate, pur lasciando nella civiltà nuova l’impronta della loro forma spirituale. “Gli uomini del primo Medioevo” scrive l’Autore “potevano vivere come barbari, però potevano pensare di essere Romani.”
Argomenti: Occidente, Popoli Nordici, Storia, Storia dei Popoli,