Lo Yoga del Sogno e la Pratica della Luce Naturale
Autore/i: Norbu Namkhai
Editore: Ubaldini Editore
prefazione dell’autore, a cura di Michael Katz, edizione italiana a cura di Adriano Clemente.
pp. 112, Roma
Le antichissime tecniche tibetane dello Dzogchen ci insegnano ad entrare nella realtà del sogno per controllarlo, trarne aiuto e ispirazione e per acquisire una maggiore consapevolezza lungo la via della liberazione.
L’essere umano dorme in media otto ore per notte, e in due o più di queste ore sogna. Siamo in grado di ricordare ciò che sogniamo? Non avere nessuna consapevolezza dei propri sogni, essere assolutamente incapaci di ricordarli, significa ignorare tutta una vastissima sfera della propria vita, significa perdere l’opportunità di esplorare le ricche e fertili profondità della psiche, significa rinunciare a voler crescere spiritualmente.
Da millenni, nell’Induismo, nel Buddhismo, nel Taoismo e nelle culture tradizionali di tutto il mondo, è stata dimostrata l’esistenza di una classe di esperienze oniriche che hanno favorito l’evoluzione del progresso culturale e religioso dell’umanità. Sempre da tempi molto antichi, inoltre, sono ben documentate ovunque sia la possibilità di sviluppare la consapevolezza del sogno per ottenere esperienze profonde e ispirazione, sia la capacità di controllare il sogno stesso. Si tratta di forme assai evolute ed elevate del sognare, che possono essere attuate grazie a tecniche molto specifiche.
L’insegnamento Dzogchen è molto interessato alle esperienze del sogno, come pure ai fenomeni parapsicologici quali la telepatia e la prescienza. In questo libro Namkhai Norbu ci fornisce una serie di istruzioni utili per sviluppare la chiarezza negli stati del sonno e del sogno. Il suo insegnamento si spinge oltre le pratiche del sogno lucido, conosciute e studiate in Occidente, guidandoci a controllare gli stati onirici grazie ai metodi della tradizione Dzogchen, nella quale sono impiegati per sviluppare una maggiore consapevolezza allo scopo ultimo di conseguire la liberazione.
Namkhai Norbu, nato nel 1938 nel Degé, Tibet orientale, fu riconosciuto all’età di tre anni come la reincarnazione di un precedente grande maestro di Dzogchen. Ricevette l’istruzione tradizionale di un tulku, o lama reincarnato, che oltre agli studi accademici comprendeva gli insegnamenti di vari grandi maestri, con i quali praticò per molti anni prima che gli eventi politici rendessero necessaria la sua partenza per l’India.
Qui Giuseppe Tucci lo invitò a Roma, come assistente e ricercatore presso l’I-SMEO, e in seguito divenne professore di lingua e letteratura tibetana e mongola presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Oltre all’insegnamento universitario, la sua attività consiste nel tenere ritiri e seminari sull’insegnamento Dzogchen, in risposta alle richieste che gli giungono da ogni parte del mondo.
Di Namkhai Norbu sono già apparsi in questa stessa collana due testi: Dzogchen, lo stato di antoperfezione e Il cristallo e la via della luce; sono apparsi inoltre (in collaborazione con Adriano Clemente) La suprema sorgente e (in collaborazione con Trogawa Samphel Rinpoche) La grande guarigione.
Argomenti: Autocoscienza, Buddhismo, Consapevolezza, Cultura Tibetana, Religioni Antiche, Religioni e Culti Misterici, Religioni Orientali, Spiritualità, Tibet, Yoga,