Lo Yoga
Autore/i: Masson-Oursel P.
Editore: Edizioni Mediterranee
introduzione dell’autore, traduzione di Giovanni Padrin.
pp. 128, Roma
L’indianità si presenta agli occhi di noi occidentali come un mondo misterioso, inaccessibile, difficile a comprendersi sotto lo schermo delle nostre tradizioni letterarie, religiose, filosofiche.
Anche lo yoga, che di questa indianità costituisce una manifestazione essenziale e ricorrente nell’arco della sua storia plurimillenaria, non sfugge alla barriera di incomprensione eretta dai linguaggi di civiltà e culture tra di loro tanto distanti.
Ciò che soprattutto meraviglia in questa pratica di comportamento è il carattere di individualità che, se pur ha spiegato una notevole influenza sulla struttura sociale dell’India, attraverso la formazione di caste e sette, non si è mai espresso in manifestazioni corali, collettive.
Lo yogi, il praticante dello yoga, infatti, appartenga a questo o a quel gruppo sociale, viva nel suo isolamento o in mezzo alla folla, in monastero o altrove, e comunque un solitario.
Lo yogi, dalla radice “gui” che significa congiungere, mira all’unione non tanto nel senso primitivo con qualcosa, ma con se stesso, assolutamente; egli segue la sua strada come se fosse solo al mondo, senza nulla offrire od attendersi dal prossimo, nel completo annullamento del proprio egoismo ed altruismo.
Egli non aspira ne’ alla morte né al nulla, bensì all’esaltazione della propria energia vitale, a differenza dei nostri asceti che disdegnano ed aborriscono la propria carne per esaltare l’anima, egli non reprime i propri appetiti, ma cura di immedesimarsi coi propri organi sui quali ottiene una padronanza crescente.
Lo yoga, pertanto, è una pratica, un allenamento a ciò che si può diventare facendosi, o meglio, mediante certe maniere di farsi.
È un «sadhana», impresa di autorealizzazione. È ardimento, temerità, impresa contro natura, ascesi nel senso di disciplina rigorosa, che può essere associata (yoga buddico), ma che non si associa necessariamente (yoga jainico) ad una religione od elevazione.
Ascesi, dunque esente da culto, dogma o morale, protesa alla ricerca di ciò che è spontaneo, autentico, vitale.
Ecco i motivi che, pur nella diversità dei luoghi e nella successione delle epoche, ricorrono come denominatore comune nelle varie forme di yoga, attraverso le meravigliose imprese o bizzarrie spirituali dei grandi yogi da Jna e Buddha ad Aurobindo e Gandhi.
Argomenti: Autorealizzazione, Cultura, Cultura Indiana, Discipline Corporee, Discipline Evolutive, Filosofia Orientale, India, Yoga,