Libro d’Ombra
Autore/i: Tanizaki Junichiro
Editore: Bompiani
nota e cura di Giovanni Mariotti, con un saggio di Gian Carlo Calza, traduzione dal giapponese di Atsuko Ricca Suga.
pp. 118, Milano
«Libro d’ombra di Junichiro Tanizaki può essere definito un saggio sulla civiltà giapponese, in cui si lodano e si biasimano, secondo i loro meriti, i mobili e i sistemi di riscaldamento e illuminazione, i gabinetti e i ristoranti, le pietre preziose e le stoviglie, le ricette di cucina e i generi teatrali; ma la sua grazia, il suo incanto per noi, stanno nella semplicità con cui Tanizaki si piega a quelle cadenze naturali, e veramente shōnagoniane, del discorso, che in Occidente appartengono non tanto al mondo della scrittura quanto a quello dell’oralità familiare e amichevole, e insomma al vasto dominio delle parole dette come viene viene: “mi piace, non mi piace”. Qualche anno fa si parlò molto degli elementi radicali e sovversivi che il discorso di piacere introduce nell’opera letteraria (e altrove); ma in Libro d’ombra (come del resto, in varie manifestazioni della civiltà giapponese) il discorso di piacere, presente dall’inizio alla fine, si direbbe che favorisca piuttosto un’aura di intimità, di distensione e di relax. Fra i sensi, l’Occidente ha privilegiato la vista, da cui è partito per la sua geometrizzazione dell’esperienza, e ha così svalutato altre sensazioni (auditive, olfattive, tattili eccetera). È contro tale guasto, o squilibrio, nell’ecologia della sensibilità, che Tanizaki reagisce in Libro d’ombra, polemizzando contro gli eccessi dell’illuminazione elettrica e opponendo, a un mondo di nude superfici radiose, un universo acquietante della consistenza e della densità, avvolto da ombre (di gabinetti, di monasteri, di case delle geishe…) descritte a una a una, come un campionario di stoffe pesanti e pregiate. Leggendo questo saggio ci si rende conto di come tutta la nostra civiltà, tutta la nostra vita quotidiana, e dunque anche l’idea che ci facciamo del piacere, siano fondate sull’irritazione di alcuni sensi e sull’atrofizzazione di altri, mai su un tentativo di armonizzazione.» (Giovanni Mariotti)
Argomenti: Letteratura, Letteratura Giapponese, Letteratura Orientale, Orientalistica, Oriente, Saggi,