L’Eros in Cina
La tradizione cinese dell’erotismo
Autore/i: Shêng Wu-shan
Editore: Sugar Editore
traduzione di Olimpio Cescatti.
pp. 208, 29 tavv. b/n f.t., ill. b/n, Milano
“Si può dire che la civiltà cinese possiede due aspetti: da una parte c’è il confucianesimo con la tradizione familiare, il culto degli avi, la sudditanza all’imperatore, l’istruzione classica, la stretta osservanza dei riti; dall’altra parte c’è il taoismo, l’unione mistica col tao, ’individualismo, la vita secondo natura, l’ebrezza, l’estasi, la poesia”.
Ecco come Wu-shan Shêng definisce il rapporto tra la libera vita dell’Eros nella Cina classica, e gli obblighi e le responsabilità della vita pubblica. Quella costrizione dell’Eros da cui nasce la civiltà – che è stata riportata alla coscienza dell’umanità da Freud – era già teorizzata nella Cina classica dall’uomo saggio: confucianesimo e taoismo sono per lui due forme di vita che si alternano. In gioventù l’uomo lotta per l’ascesa sociale, adempie ai suoi obblighi verso l’imperatore e lo stato; nella vecchiaia però si rivolge ad un’altra forma di vita. Si ritira dagli uffici e vive secondo gli ideali del taoismo. Le pratiche erotiche del taoismo, esemplificate dal rapporto dialettico dei due principi maschile e femminile yang e yin, aiuteranno il saggio a ritardare il timore della vecchiaia. Ma, aggiunge Wu-shan Shêng, “anche per lo studioso apparentemente irrigidito nei riti, per l’impiegato dignitosamente avvolto nella sua veste di broccato, ci sono momenti in cui essi, in compagnia di belle donne, passeggiano piacevolmente per giardini, bevendo e citando versi e conducono una vita d’ozio”.
Il taoismo in seguito decadde a mera suggestione, e ritornarono in auge le pratiche erotiche solo dopo l’invasione dei mongoli nella seconda metà del XIII secolo, con l’introduzione del tantrismo, una filosofia della vita derivata dal buddhismo e che faceva larga parte all’erotismo come metodo di elevazione spirituale. Nelle parole di Wu-shan Shêng, il “dotto della montagna delle meraviglie”, si sente la nostalgia per l’età classica cinese. Ma i costumi si corruppero tragicamente, l’erotismo divenne fine a se stesso. L’imperatore si staccò dal contatto col suo popolo: despoti crudeli e sadici si sostituirono ai governanti di un tempo. Il mirabile equilibrio della società cinese si era spezzato, e la crisi si sarebbe prolungata fino alla rinascita della Cina sotto la spinta possente – e anti-erotica – del pensiero e della azione di Mao.