L’Enciclica Nascosta di Pio XI
Un’occasione mancata dalla Chiesa cattolica nei confronti dell’antisemitismo
Autore/i: Passelecq George; Suchecky Bernard
Editore: Edizioni Corbaccio
introduzione di Émile Poulat e di Garry Wills, presentazione degli autori, traduzione dall’originale francese di Sandro Toni.
pp. XXXIV-286, Milano
«In una dichiarazione sul razzismo pubblicata a Roma il 10 febbraio 1989 dalla Commissione pontificia Pace e Giustizia, si legge in particolare che dopo la Mit Brennender Sorge (marzo 1937), “Pio XI stava preparando fin dal 1937 un’altra grande enciclica sull’unità del genere umano, che doveva condannare il razzismo e l’antisemitismo. La morte lo sorprese prima che avesse potuto renderla pubblica”.
Come molti altri, anche noi avevamo sentito parlare di questo documento quasi mitico, di quell’enciclica ritenuta scomparsa, o addirittura fatta sparire, oppure semplicemente incompiuta. E, come altri prima di noi, siamo partiti alla sua ricerca. Ritrovarla non è stato facile, ma ci siamo riusciti.»
A Roma, nel giugno del 1938, Un gesuita americano di passaggio nella città apprende con sorpresa che Pio XI desidera vederlo e l’incontro avrà luogo nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Il gesuita si chiama John LaFarge e non ha ancora quarant’anni: il papa ne ha ottenuto e morirà un zaino dopo. La ragione dell’incontro è in un libro, apparso nel l937, che LaFarge ha dedicato ai rapporti razziali negli Stati Uniti.
Il papa lo ha letto ed e rimasto colpito dall’intelligenza con cui il gesuita americano nega l’esistenza delle razze. Costernato e indignato dalla politica razziale del Reich hitleriano, il papa vuole reagire e intende ricorrere alla convincente argomentazione di LaFarge. Vuole quindi che egli si metta al lavoro e scriva, con la collaborazione di altri due sacerdoti, il testo di una enciclica sull’«unita del genere umano».
Dopo la Mit brennender Sorge (Con preoccupazione cocente) in cui ha pubblicamente denunciato il paganesimo del regime tedesco, Pio XI intende colpire con l’autorità della sua cattedra l’antisemitismo hitleriano.
Comincia così, alla vigilia della seconda guerra, un episodio mal conosciuto di storia contemporanea. Il lavoro redazionale ebbe luogo a Parigi, in grande segretezza, e si concluse con una bozza che gli autori consegnarono tre mesi dopo a padre Wladimir Ledochowski, preposito generale della Compagnia di Gesù. Ma la bozza giunse sul tavolo del papa soltanto tre settimane prima della sua morte e scomparve sino gigli anni Settanta negli archivi vaticani. Molti furono a conoscenza del progetto e qualcuno ebbe la possibilità di leggere il testo. Ma tutti conservarono il segreto. La vicenda suggerisce molte domande. Perché il nuovo papa. Pio XI, non ritenne di raccogliere la «staffetta» morale del suo predecessore? Perché padre Ledochowski trattenne così a lungo la bozza dell’enciclica prima di trasmetterla al pontefice? Che cosa sarebbe accaduto se il capo della Chiesa di Roma avesse solennemente proclamato, prima della guerra, l’«unità del genere umano»?
Dei due studiosi belgi che hanno ricostruito la storia dell’«enciclica nascosta», il primo è un monaco benedettino, il secondo è un bibliotecario di origine ebraica. Insieme hanno ripercorso le tappe della loro ricerca e hanno efficacemente disegnato il contesto religioso, culturale, politico in cui Pio x1 concepì il proprio progetto. Insieme, servendosi delle loro diverse sensibilità e formazioni, sì sono interrogati sull’atteggiamento della Chiesa di Roma verso l’ebraismo alla vigilia della seconda guerra mondiale. Dal loro lavoro è uscita un’opera politica, diplomatica, teologica e umanamente avvincente che aggiunge un grande capitolo alla tragica storia del secolo.
Georges Passelecq, monaco benedettino nell’abazia di Maredsous in Belgio, partigiano e deportato, è vicepresidente della Commissione nazionale cattolica belga per le relazioni con il mondo ebraico.
Pio XI, gli ebrei e l’antisemitismo di Émile Poulat
Alla ricerca della giustizia di Garry Wills
Nota del Traduttore
Avvertenze
Principali protagonisti
Presentazione
I. La ricerca dei documenti
II. L’incarico per l’Humani Generis Unitas (maggio – giugno 1938)
III. La redazione dell’Humani Generis Unitas (luglio – settembre 1938)
IV. Che ne è stato del progetto? (ottobre 1938 – maggio 1940)
V. Alcuni documenti supplementari aggiunti al dossier dell’Humani Generis Unitas
VI. Conclusione
Humani Generis Unitas. Testo integrale
Presentazione
Testo
Ringraziamenti
Indice dei nomi
Bibliografia
Argomenti: Antisemitismo, Ebrei, Storia della Chiesa,