Le Signore della Notte – Storie di Prostitute, Artisti e Scrittori
Autore/i: Scaraffia Giuseppe
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, introduzione dell’autore.
pp. 162, numerose fotografie e tavole b/n f.t., Milano
«Non tutte quelle donne erano grandi artiste.
La maggioranza si limitava a prestazioni affatto rozze e banali.
Di tanto in tanto però si incontravano dei tipi che facevano addirittura trasecolare, oltre che per la bellezza, per il garbo, per il magistero tecnico, la fantasia, l’intuito psicologico, la passione del mestiere, perfino per la delicatezza d’animo.»
(Mario Soldati)
Erano le signore della notte, come le chiamava Samuel Beckett. A frequentarle erano uomini di tutti i ceti sociali: aristocratici e contadini, borghesi e proletari, e anche grandi intellettuali e artisti, da Stendhal a Simenon, da Kafka a Hemingway, da Tolstoj a Proust, da Manet a Picasso, da Toulouse’ Lautrec a Modigliani. Innumerevoli opere artistiche e letterarie le descrivono, spesso con passione e devozione. “Amo la prostituzione di per sé, indipendentemente da quel che c’è sotto… nell’idea di prostituzione c’è un punto di intersezione così complesso – lussuria, amarezza, il nulla dei rapporti umani, la frenesia muscolare e il risuonare dell’oro – che guardando fino in fondo viene la vertigine e si imparano tante cose. Ed è così triste!”.scriveva Gustave Flaubert.
Eppure oggi, anche se praticano, come si dice, “il mestiere più antico del mondo”, la loro tenace presenza nella nostra società sembra diventata intollerabile. Nessuno ne parla più se non per dire che deve essere cancellata. Sono considerate le ultime peccatrici del sesso in un mondo che si proclama sessualmente spregiudicato. Fornire una merce o una prestazione in cambio di denaro è in teoria comune a ogni professione, ma in pratica il fatto che la loro merce sia il corpo e che quel che offrono sia il piacere le rende immonde, intoccabili, non solo agli occhi delle Chiese. Dai laici vengono accusate di essere delle untrici, di contagiare chi le frequenta non tanto sul piano fisico, ma soprattutto su quello dei valori. È davvero così? La loro sopravvivenza non è forse il fantasma di un’arcaica subordinazione femminile al potere maschile del denaro? Quale nervo scoperto della nostra sensibilità collettiva tocca la loro esistenza?
Attingendo a un vasto patrimonio letterario e con stile narrativo e brillante, Giuseppe Scaraffia ci racconta i rapporti di molte delle menti più illuminate dell’Ottocento e del Novecento con queste donne, oggi sottoposte a leggi perfino più repressive di quei tempi. Eppure sono loro, in attesa con il cellulare in mano, appoggiate al banco di un bar o ferme davanti a un falò nella notte, ad avvertirci che, se abbiamo cambiato il mondo, è meno facile cambiare gli esseri umani.
Giuseppe Scaraffia, nato a Torino, insegna letteratura francese all’università di Roma, collabora al supplemento letterario del «Sole 24 Ore». Ha scritto numerosi libri, soprattutto saggi di letteratura e costume. Tra le sue opere ricordiamo Femme fatale (2009) e il Dizionario del dandy (2007). Da Mondadori ha pubblicato il romanzo Sorridi Gioconda! (2005) e Cortigiane (2008).
Argomenti: Corpo, Denunce e Reportage, Donna, Eros, Giornalismo, Prostituzione, Sesso, Sessualità, Storia dei Costumi,