Le Ragioni della Speranza – Lungo Viaggio al Centro della Natura
Titolo originale: «Reason for Hope»
Autore/i: Goodall Jane; Berman Phillip
Editore: Baldini&Castoldi
unica edizione, traduzione dall’americano di Libero Sosio.
pp. 304, numerose fotografie b/n f.t., Milano
Per buona parte del Novecento gli scienziati hanno considerato gli animali come delle macchine o poco più: delle specie di automi dominati in maniera tirannica dall’arroganza dei propri istinti. L’ipotesi che potessero avere un pensiero, dei sentimenti o delle motivazioni in qualche modo simili alle nostre è stata a lungo osteggiata da psicologi e biologi. Che a studiare gli animali, poi, fossero le donne era addirittura un’eresia: si pensava che le studiose, essendo più sensibili degli uomini, rischiassero con le loro emozioni di inficiare l’oggettività delle osservazioni stesse. Eppure, o forse proprio per questo, sono state soprattutto le donne ad affrancare gli animali dal ruolo di semplici macchine.
Fra tali donne – e possiamo citare Diane Fossey, Joy Adamson, Cynthia Moss – spicca in modo particolare il nome di Jane Goodall. Il suo lavoro, rigorosamente on the field, sul campo, ha aperto una finestra privilegiata sul mondo animale, provando come le differenze fra loro e noi siano in gran parte di ordine culturale. Con i suoi studi, la Goodall ha dimostrato che gli scimpanzé manifestano comportamenti ritenuti in precedenza caratteristica esclusiva dell’uomo: come la costruzione e l’uso di utensili, la presenza di una ricca vita affettiva, la capacità – proprio come l’uomo – di gesti nobili e di azioni spregevoli. E’ proprio per questo, come sostiene la stessa studiosa, che l’osservazione dei loro comportamenti permette di capire meglio non solo l’uomo primitivo, ma anche gli uomini di oggi.
Lo studio degli scimpanzé compiuto da Goodall ha un’importanza scientifica unica, e al tempo stesso il pathos di una grande esperienza emotiva. I casi raccontati da Goodall, la vita, le sofferenze e la morte di questi nostri cugini, sono spesso commoventi, non in seguito ad artifici letterari, bensì per i sentimenti stessi che gli scimpanzé sono in grado di provare e di esprimere.
Il libro è sia un’autobiografia appassionata, sia un coinvolgente viaggio spirituale. In queste pagine troviamo il racconto della vita di Jane Goodall, dall’infanzia al trasferimento in Africa, ai due matrimoni, fino al suo deciso impegno a favore della conservazione degli scimpanzé (ridotti al rango di specie in pericolo di estinzione), del loro habitat e, più in generale, dell’intero pianeta che sta ormai mostrando una preoccupante fragilità.
Jane Goodall, nata 65 anni fa a Londra, è una delle più importanti figure nel campo dell’etologia e delle attività in difesa della natura. Le sue ricerche sugli scimpanzé sono considerate una pietra miliare nello studio del comportamento animale. Nel 1965 ha fondato il Gombe Stream Research Center, in Tanzania, per consentire a studenti provenienti da ogni parte del mondo di dedicarsi, sotto la sua supervisione, all’osservazione sul campo di scimpanzé e babbuini. Nel 1975 ha dato vita al Jane Goodall Institute for Wildlife Research, Education and Conservation.
Phillip Berman si è laureato in Storia delle Religioni all’Università di Harvard. I suoi colloqui con Jane Goodall hanno permesso la realizzazione di questo libro.
Argomenti: Natura, Scienze Naturali,