Le Piante non Sono Angeli – Astuzie, Sesso e Inganni del Mondo Vegetale
Autore/i: Celli Giorgio
Editore: Baldini Castoldi Dalai Editore
pp. 240, numerose illustrazioni b/n, Milano
«Le piante hanno un sesso? Teofrasto, successore di Aristotele all’Accademia, osservando le palme e i fichi, aveva già avuto qualche sospetto.
I suoi sospetti, tuttavia, rimasero tali e per tutto il Medioevo… il sesso delle piante era cosa che emanava un certo odore di zolfo. Finché, in pieno Rinascimento, uno scienziato illustre, il celebre Andrea Cesalpino, che oltre a essere botanico e anatomista fu anche medico di papa Clemente VIII, si mise a osservare i fiori sul serio e si convinse come quelle splendide creature, con i loro colori d’arcobaleno e i loro squisiti profumi, non fossero altro che dei seducenti organi sessuali!
Ci voleva proprio il medico personale di un papa per affermare una cosa così blasfema. Da allora, sappiamo che quando un uomo porta dei fiori alla sua bella, be’, le fa, sotto sotto, una spudorata proposta sessuale!»
È comune pensare alla botanica come a una scienza noiosa. Le piante, i fiori? Roba da appassionati di giardinaggio ed esteti dei balconi. Per non parlare della catalogazione delle specie con tutti quei nomi latini. Per carità! Invece il mondo animale, si pensa, è molto più vicino a quello umano per la varietà dei comportamenti e della «moralità». Siamo disposti ad attribuire «intenzioni» a un pesciolino che scaccia un contendente in amore, ma non alle piante. Le piante non si muovono, non pensano, insomma vegetano… E se non fosse così?
Giorgio Celli, noto etologo ed entomologo, con il suo tipico humour che stempera il rigore scientifico, ci guida in un viaggio pieno di sorprese e curiosità alla scoperta dei comportamenti vincenti nella lotta millenaria per la sopravvivenza delle piante. Tra patate che mettono in fuga gli afidi segnalando chimicamente la presenza di una coccinella, la loro peggiore predatrice, e certe orchidee che si «travestono» al tatto e all’olfatto da femmina di imenottero così che i maschi, copulando di fiore in fiore, portano con sé il polline, gli esempi di astuzie si moltiplicano come in una commedia degli equivoci.
Ma Celli si spinge oltre. Rielaborando sapientemente idee dei grandi naturalisti del passato, da Darwin a Haeckel a Fechner, avanza ipotesi e domande suggestive su un’ipotetica «intelligenza» delle piante. Come spiegare il caso della mimosa sensitiva che si ritrae a mo’ di difesa se viene urtata, ma poi si «abitua» a questo stimolo se ripetuto? Perché le piante rampicanti riescono a seguire il supporto a cui aggrapparsi anche se si sposta? Cosa le guida? La scoperta di un’attività elettrica simile a quella dei nervi umani nelle radici delle piante può spingerci a ipotizzare che sia una forma di sistema nervoso dei vegetali? Di certo, se le piante mentono ai predatori, comunicano fra loro e si adattano alle pressioni dell’ambiente, allora vuol dire che in Natura l’«intelligenza» è un concetto molto più elastico di quanto siamo pronti a capire.
Giorgio Celli è uno dei più noti etologi e divulgatori scientifici italiani. Ha insegnato entomologia all’Università di Bologna, dove è professore emerito. Coordina un gruppo di ricerca sulle alternative ai pesticidi in agricoltura, e sull’ape come organismo indicatore dell’inquinamento ambientale e la sua etologia. Accanto al lavoro scientifico ha coltivato una parallela attività letteraria, interessandosi di teatro e arte. Ha fatto parte del «Gruppo ’63» e ha collaborato a numerose testate, tra cui, attualmente, «La Stampa». Della sua sconfinata bibliografia ricordiamo alcuni tra i libri più recenti: Etologia della vita quotidiana (Raffaello Cortina, 1992), Darwin delle scimmie (Bollati Boringhieri, 1999), Vita segreta degli animali (Piemme, 2002), I sette peccati capitali degli animali (Mursia, 2008). È stato autore e conduttore della fortunata trasmissione televisiva di Rai 3 Nel regno degli animali. Dal giugno 1999 al 2004 è stato parlamentare europeo.
Argomenti: Flora e Fauna, Natura, Piante Officinali, Scienza,