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Le Origini del Male

Le Origini del Male

I Cherubini – I Sacrifici di Abele e di Caino – Il Malvagio Tende a Sopraffare il Buono – La Posterità di Caino – I Giganti – L’Immutabilità di Dio.

Autore/i: Filone di Alessandria

Editore: Rusconi

unica edizione, traduzione di Claudio Mazzarelli, introduzione, prefazioni, note e apparati di Roberto Radice, quest’opera è stata curata dal Centro di Ricerche di Metafisica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

pp. 544, Milano

Proseguendo nella sistematica presentazione dei commentari allegorici alla Bibbia di filone di Alessandria, questo volume propone i seguenti sei nuovi trattati: I Cherubini, I sacrifici di Abele e di Caino, Il malvagio tende a sopraflare il buono, La posterità di Caino, I Giganti, L’immutabilità di Dio. Il titolo generale Le origini del male rende con precisione l’idea di fondo di ciascuna delle opere e quindi indica bene il nesso che le lega.
La figura centrale è quella di Caino, protagonista negativo ma sicuramente personaggio chiave dei primi quattro trattati.
Egli rappresenta il «sofista», cioè quell’uomo che ritiene se stesso «misura di ogni cosa», e in tal modo usurpa a Dio il primato che Gli spetta e si sostituisce a Lui. Caino viene così a rappresentare l’amore indiscriminato di sé che genera superbia, presunzione ed empietà. L’antagonista, Abele, raffigura l’amore per Dio.
Lo scontro fra i due fratelli e l’uccisione di Abele da parte di Caino costituiscono la protostoria dell’uomo, che diventa l’emblema più significativo di tutta la storia umana successiva.
Tuttavia, la peculiarità di questi trattati non sta solo in questa simbologia, ma anche nel geniale impiego da parte di filone dello strumento esegetico, che, in un processo continuo di trasfigurazione, eleva la vicenda biblica di livello in livello: da quello storico a quello psicologico interiore e, da ultimo, a quello archetipico ideale. In questa interpretazione allegorica Caino diviene l’idea perenne della morte, che è la radice stessa del peccato, e l’intero racconto della Genesi assume una configurazione assoluta e metafisica. Da tale vertice teologico e metafisico si giunge all’esperienza esistenziale del male attraverso la posterità di Caino, che esprime in chiave allegorica le conseguenze dell’atto malvagio nella vita dell’uomo. E, nelle due ultime opere, attraverso la “storicizzazione” del male, si chiude il cerchio della interpretazione di filone con la storia universale della degenerazione irreversibile dell’umanità.
Il lettore troverà rappresentato in questi trattati il problema sommo della precarietà dell’uomo di contro all’infinita potenza e bontà di Dio, ma lo troverà proposto, impostato e, in certa misura, risolto in una forma assolutamente originale, cioè secondo le regole del pensiero esegetico: una sorta di pensiero-immagine in cui i singoli concetti si rappresentano nei personaggi e nei luoghi e la struttura di pensiero nella trama della vicenda. Complessivamente, dunque, questo gruppo di scritti costituisce un unico grande dramma etico-religioso sui supremi destini dell’uomo, o, per essere più precisi, il monologo tragico di Caino che uccise se’, mentre credeva di uccidere Abele. Questi sei trattati, per la prima volta tradotti in italiano, costituiscono una novità nell’ambito della nostra cultura nazionale, ma per il commento e per gli apparati costituiscono una novità assoluta, che mette a frutto del lettore i risultati finora raggiunti dalle ricerche e dagli studi filoniani internazionali.

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