Le Nostre Ore Felici
Romanzo
Autore/i: Gong Ji-young
Editore: Baldini Castoldi Dalai Editori
traduzione dal coreano di Vincenza D’Urso.
pp. 368, Milano
«Le ore dei nostri incontri, il caffè solubile che abbiamo bevuto insieme, i dolci che abbiamo condiviso, e grazie a quelle poche ore alla settimana che sono riuscito a sopportare gli insulti, a superare le difficoltà, a perdonare i miei nemici, a pentirmi sinceramente e a confessare a Dio le mie colpe. Grazie a lei ho trascorso ore preziose, piene di calore umano… Ore felici.
Avrei dato la mia stessa vita per guarire le ferite della sua anima. Se Dio lo permettesse, vorrei tornare in vita per poterle dire le parole che ho sempre desiderato dirle, almeno una volta, con queste mie labbra… Vorrei poterle dire che l’amo.»
Dopo aver tentato il suicidio per tre volte, Mun Yujŏng, giovane professoressa universitaria, accetta l’invito della zia, Suor Monica, di accompagnarla nelle visite a un detenuto rinchiuso nel braccio della morte, sperando che questo incontro possa in qualche modo spingerla a vivere. L’uomo, Chŏng Yunsu, ha alle spalle un’infanzia tormentata: dopo il suicidio del padre e l’abbandono della madre, cresce in un orfanotrofio e poi per la strada, fino a quando, coinvolto nell’omicidio di tre donne, viene condannato. E attraverso un piccolo taccuino che tiene in cella che conosciamo il suo passato: ricordi di una voce dapprima sconosciuta che a poco a poco assume il volto dell’uomo in cui Mun Yujŏng si perderà. Anche lei, pur provenendo da un famiglia agiata, è prigioniera di eventi traumatici mai superati. Con grande scetticismo, accetterà di incontrarlo ogni giovedì dalle 10 alle 13, per un mese: diventeranno le loro ore felici. Uno davanti all’altra, ed entrambi di fronte alla morte, le loro anime si apriranno lenendo ferite profonde e scoprendo quell’intimità e quella comprensione che la vita non ha concesso loro. Solo così Mun Yujŏng ritroverà una motivazione per vivere, riconciliandosi con quella rigida educazione cristiana cui si era ribellata con tutta se stessa; solo così riconoscerà la forza dell’amore e del perdono, abbracciando la colpa di Chŏng Yunsu, altrimenti destinata a non trovare mai pace.
Ji-young Gong (1963) è una delle più acclamate scrittrici coreane contemporanee.
Autrice di numerosi romanzi, nel 2001 ha vinto il 21 Segi Munhaksang (Premio XXI secolo) e il Han’guk Sosŏlga Hyŏphoe Han’guk Sosŏl Munhaksang, il premio per il miglior romanzo coreano assegnato dall’associazione degli scrittori coreani. Ha ricevuto inoltre l’O Yŏngsu Munhaksang (Premio Oh Young-soo) nel 2004 e nel 2006 l’Amnesty Ŏllon T’ŭkpyŏlsang, conferito da Amnesty International, e l’Han’guk Kat’ollik Munhaksang (Premio letterario cattolico: sezione romanzo). Nel 2007, per BCDe, ha pubblicato Come una sorella. Da Le nostre ore felici e stato tratto un film per la regia di Hae-seong Song che in Corea ha riscosso molto successo.
Argomenti: Letteratura, Letteratura Orientale, Romanzo,