Le Città Senza Tempo – Storie di Cimiteri
Titolo originale: Kladbiščenskie istorii
Autore/i: Akunin B.; Tchkhartichvili G.
Editore: Edizioni Frassinelli
traduzione di Mirco Gallenzi.
pp. 218, Milano
«Se volete comprendere e sentire Mosca, fate quattro passi per il vecchio cimitero Donskoe. A Parigi trascorrete mezza giornata al Père-Lachaise. A Londra andate al cimitero di Highgate. Persino a New York c’è un territorio in cui il tempo si è fermato, il Green-Wood a Brooklyn. Se il giorno, il clima e la vostra condizione interiore risulteranno in armonia con l’ambiente, vi sentirete una particella di quello che è stato prima e di quello che sarà poi.
E forse udirete una voce che vi sussurrerà: “Nascita e morte non sono pareti, ma porte”.»
L’amore per i cimiteri non sempre è indizio di indole morbosa. Più spesso è l’effetto di una prolungata riflessione sul senso del tempo e della vita. Dove va il passato, dove sono i suoi abitanti? Se a porsi questa domanda è uno speculativo Giano della letteratura contemporanea, il risultato è un’esperienza singolare travasata in libro squisito. Il saggista Tchkhartichvili e il romanziere Akunin le due anime di uno stesso scrittore hanno girato il mondo alla ricerca di risposte ai loro interrogativi, o meglio, di conferme alle loro intuizioni. Le grandi capitali, immense e ricche di tradizioni storiche e artistiche, sono un buon serbatoio di spettri. Racchiusi nella propria dimensioni come noi nella nostra, simili ai templi antichi che convivono con i grattacieli, offrono fugaci ma inequivocabili contatti. Ancor meglio, però, il vero incontro con i nostri predecessori avviene in quei cimiteri in cui da un pezzo non viene seppellito più nessuno, monumentali o desueti e abbandonati che siano (e sovente tutt’e due le cose). Qui, in queste isole di tempo stagnante si coglie l’aroma del passato; di più: il profumo dell’eternità. E se questa scoperta si deve al raisonneur Grigorij, autore di toccanti e argute descrizioni, è il fantasioso Boris che ci incanta con incredibili storie ispirate alle suggestioni del luogo. Nomi celebri e personaggi fittizi – tutti ormai, loro malgrado, fantasmi impenitenti – si aggirano per le pagine in una danza macabra condotta con gusto eclettico, dal gotico al fantastico. Il Donskoe, il Père-Lachaise, Highgate… ma anche il cimitero straniero di Yokohama e quello sul Monte degli Ulivi, perfino il Green-Wood nella frenetica New York: tutti sono una porta per un’altra dimensione, di cui possiamo recuperare il vero significato.
B. Akunin è lo pseudonimo adottato da Grigorij Tchkhartichvili , saggista, traduttore, narratore di origini georgiane. Nato nell’ex Unione Sovietica nel 1956, dal 1958 vive a Mosca. Laureato in filologia e storia orientale, si è specializzato in lingua e letteratura giapponese, è presidente del Comitato accademico della Biblioteca Giapponese in 20 volumi e della Fondazione Puškiniana. Ha pubblicato un importante saggio sul rapporto tra letteratura e suicidio e tradotto scrittori quali Yukio Mishima; inoltre è autore della serie del detective Fandorin, pubblicata in Italia da Frassinelli, che è diventata un vero e proprio caso letterario internazionale. Tradotta in tutta Europa, in Russia ha venduto cinque milioni di copie; nel 2001, per il secondo anno consecutivo, ha valso all’autore il Premio Bestseller Nazionale Russo oltre ad altri importanti riconoscimenti. Sempre per Frassinelli, di Akunin è uscita la trilogia della suora investigatrice Pelagija.
Chiarimento
Il vecchio cimitero Donskoe (Mosca)
- Una pietra sopra, ovvero
La morte dimenticata di G. Tchkhartichvili - Uno, le labbra, due, i denti di B. Akunin
Il cimitero di Highgate (Londra)
- «It has all been “very” interesting», ovvero
La morte decorosa di G. Tchkhartichvili - La materia è primordiale di B. Akunin
Il cimitero di Père-Lachaise (Parigi)
- «Voilà une belle mort», ovvero
La morte bella di G. Tchkhartichvili - Fammi baciare le tue labbra di B. Akunin
Il cimitero straniero (Yokohama)
- Roushou Fujou, ovvero
La morte improvvisa di G. Tchkhartichvili - Shigumo di B. Akunin
Il cimitero di Green-Wood (New York)
- «Are you ok», ovvero
La morte ottimista di G. Tchkhartichvili - «Unless» di B. Akunin
Il cimitero ebraico sul monte degli Ulivi (Gerusalemme)
- Morto in porto, ovvero
La morte che non fa paura di G. Tchkhartichvili - «Happy end» di B. Akunin
Argomenti: Architettura, Architetture Sacre, Credenze, Culti, Culti Funerari, Cultura, Luoghi Sacri Magici Misteriosi, Morte, Riti, Storia dei Costumi, Tradizioni,