Le Api di Vetro
Titolo originale: Gläserne Bienen
Autore/i: Jünger Ernst
Editore: Ugo Guanda Editore
con uno scritto di Giorgio Cusatelli, traduzione Henry Furst, collana: Prosa Contemporanea.
pp. 248, Parma
… Un uomo, residuo di un’epoca ormai sorpassata, si presenta da un suo vecchio commilitone per cercare lavoro. Gliene viene proposto uno, alle dipendenze dell’enigmatico Zapparoni.
Uomo di grande ingegno dalle origini italiane, Zapparoni ha costruito un impero della tecnica e dell’immaginazione e vive in un vecchio convento riadattato, in una tenuta del tutto autosufficiente, la quale è collegata alle sue industrie attraverso un treno sotterraneo…
Il protagonista del romanzo, un ex ufficiale, è cresciuto prima delle grandi guerre mondiali in un ambiente dominato dall’ordine e dal diritto, educato in una rigida scuola militare, finché tra guerre e rivoluzioni assiste al crollo del suo mondo e alla nascita di un nuovo ordine con nuovi potenti. Tra questi Zapparoni, imprenditore geniale e spietato, fabbricante di sofisticati robot, che comanda indifferentemente su una materia meccanizzata e sugli uomini, anch’essi perfettamente integrati in un meccanismo rigido e inflessibile. Introdotto in questo mondo (di cui le api di vetro, automi efficientissimi, sono il simbolo), l’io narrante intraprenderà un viaggio il cui apice è proprio l’incontro con Zapparoni. È in questo senso che le api di vetro citate nel titolo diventano emblema e simbolo del romanzo, nonché di questa frattura incolmabile tra natura e progresso: a differenza degli insetti naturali, le creature robotiche progettate e prodotte da Zapparoni non sono che delle macchine predatrici. Simili a vampiri, succhiano il nettare senza apportare alcun beneficio al ciclo naturale; incapaci di impollinare i fiori, permettendo un ricambio della vegetazione, le api di vetro sono destinate a distruggere la ragione stessa della loro esistenza. La loro presenza, nel giardino protetto dell’inventore, affama le vere api e impoverisce il giardino stesso, condannandolo a un futuro di desolazione e aridità. Un futuro che, in proporzione, è lo stesso al quale sembrano destinati gli uomini nel momento in cui la robotica prenderà il sopravvento.
Argomenti: Letteratura, Romanzo,