L’Arte di Annacarsi – Un Viaggio in Sicilia
Autore/i: Alajmo Roberto
Editore: Editori Laterza
prima edizione, cartina realizzata da Luca De Luise, in copertina: Fotografia di Mauro Bubbico scattata a Selinunte.
pp. X-278, 1 cartina della Sicilia in b/n, Bari
Annacare/annacarsi è in dialetto siciliano un verbo insidioso, difficilmente traducibile in italiano. Quel che più si avvicina è cullare/cullarsi, ma non è proprio la stessa cosa. L’arte di annacarsi prevede il muoversi il massimo per spostarsi il minimo. Una immagine che descrive bene lo spirito dell’isola e più ancora la disposizione d’animo dei siciliani tessuta di diffidenza. Ogni viaggio in Sicilia, anche quello intrapreso in questo libro, diventa una specie di danza immobile attorno alla geografia e alla filosofia, alla storia, al folklore e alla gastronomia, scoprendo che fra le diverse discipline esistono continui rimandi a una trama inestricabile. “Pur restando immobile, l’Isola si muove. Non è uno di quei posti dove si va a cercare la conferma delle proprie conoscenze. È invece un teatro dove le cose succedono da un momento all’altro. È un susseguirsi di scatti prolungati, pause per rifiatare e ancora fughe in avanti”. Come l’Isola, Alajmo procede a zig-zag in un itinerario non lineare, senza vincoli di percorso né di tempo, da un capo all’altro, sulla base di pure suggestioni, guidato dalla bellezza, accompagnato da un lucido pessimismo. Come un atto d’amore che non si nasconde nessuna vergogna dell’oggetto amato: capita di innamorarsi di una canaglia. E anche se lo sai, che puoi farci?
Roberto Alajmo è nato a Palermo il 20 dicembre 1959. Ha pubblicato, fra l’altro: Un lenzuolo contro la mafia (Gelka, 1993; riedizione Navarra Editore, 2012), Repertorio dei pazzi della città di Palermo (Garzanti, 1994), Almanacco siciliano delle morti presunte (Edizioni della Battaglia, 1997, premio “Feudo di Maida”; riedizione il Palindromo, 2013), Le scarpe di Polifemo (Feltrinelli, 1998, premio “Arturo Loria”), Notizia del disastro (Garzanti, 2001, premio Internazionale Mondello), Cuore di madre (Mondadori 2003, premio Campiello, secondo classificato al premio Strega), È stato il figlio (Mondadori 2005, premi Super Vittorini e Super Comisso, finalista al premio Viareggio). Con Laterza nel 2005 ha pubblicato il saggio Palermo è una cipolla.
I suoi libri sono tradotti in inglese, francese, tedesco, spagnolo, svedese e olandese.
Nel 2013 è stato nominato Direttore Artistico del Teatro Biondo – Stabile di Palermo.
Autore del “Repertorio dei pazzi della città di Palermo” e di un altro gran bel libro che è “Notizia del disastro”.
Premessa. Le mani avanti
- Marsala e Calatafini. Visto che da qualche parte bisogna cominciare
- Palermo. Teoria e tecnica dell’annacamento
- Ustica. L’isola che mette in scena la rappresentazione di se stessa
- Lampedusa. L’evoluzione non esclude che gli uomini possano comportarsi come certe razze animali, e segnatamente le testuggini
- Mazara del Vallo. In attesa del meglio, forse conviene accontentarsi del meno peggio
- Portopalo. La ubris non era un’invenzione dei tragici greci
- La Scala dei Turchi. Ogni popolo ha il suo scheletro nell’armadio
- San Vito Lo Capo. Il destino di trovarsi accanto al posto più bello del mondo
- Intermezzo. Vita sentimentale e vicissitudini postume di Federico II
- Favignana. Forse il cubismo esisteva già in natura
- Selinunte. Certi posti si capiscono meglio andando da un’altra parte
- Segesta. Il malinteso teatro, i teatri malintesi
- Agrigento. Elementi di pirandellismo applicati all’idraulica e alla meteorologia
- Sciacca. Ogni testa è tribunale
- Polizzi Generosa. Sfortuna è scoprire la propria felicità quando è troppo tardi
- Intermezzo. Don Chisciotte e gli altri. L’habitat ideale dei personaggi romanzeschi
- Pantelleria. L’invenzione dell’invenzione
- Gibellina. Le buone intenzioni quasi mai riescono a bastare
- Noto e Avola. Esistono città cicala e città formica, e di solito non vanno per niente d’accordo fra loro
- Siracusa. La variante siciliana della madre ebrea
- Scicli. La Madonna bellicosa e suo figlio che manco scherza
- Tindari. Del resto chi l’ha detto che una Madonna non possa esser suscettibile?
- Intermezzo. A una festa non bisogna chiedere troppa coerenza, né politica né religiosa
- Enna, Nicosia, Niscemi, Caltagirone, Palazzo Adriano. C’è sempre un cuore che batte al centro
- Castelbuono. Un’eccezione che conferma le peggiori regole
- Intermezzo. Il viaggio in Sicilia come genere artistico a sé stante
- Catania. A un certo punto qualcuno deve aver dato il segnale di immersione rapida
- Le Gole dell’Alcantara. Non è che bellezza e perversione siano incompatibili, anzi
- Le Eolie. Persino la bellezza più pacificata nasconde un’inquietudine latente
- Mozia. Bisogna sì volare alto, ma certe volte la bellezza si trova in un dettaglio
- Castel di Tusa. Antonio Presti, ovvero la strategia del dono
- Mineo. I sogni fatti in Sicilia non durano mai troppo
- Cefalù. L’osmosi della somiglianza prende il sopravvento
- Intermezzo. Breve storia del vino siciliano, dove si capisce che la fortuna conosce solo strade tortuose
- Taormina. Elogio delle strade traverse e del vivere nascostamente
- Trapani. I sensi sono cinque, ma certe popolazioni ne sviluppano alcuni meglio di altri
- Erice. Nella lotta dell’uomo contro l’omologazione il fronte passa dal sonno pomeridiano
- Modica. Il vantaggio di trovarsi lontano da ovunque
- Ragusa. Un’isola nell’isola nell’isola
- Messina. Prima o poi, in un modo o nell’altro, i viaggi trovano comunque una conclusione possibile
Argomenti: Cultura, Lingue e Fonetica, Linguistica, Sicilia, Storia, Storia dei Costumi, Storia dei Popoli,