L’Arca dei non Chiamati
Autore/i: Maksimov Vladimir
Editore: Editoriale Jaca Book
prima edizione, traduzione dal russo di Sergio Rapetti.
pp. 328, Milano
Nell’URSS postbellica del 1945 un piccolo «popolo» di colonizzatori lascia il continente alla volta delle remote isole Sachalin e Curili appena tolte al Giappone.
Apparentemente dimenticati da Dio e in fuga dalla società degli uomini, ricondotti alla nudità delle passioni elementari e della lotta con una natura primeva, tentati dal sogno di un estremo riscatto – nella fortuna, nell’avventura, nella libertà, nell’amore – essi danno vita a un’epopea di disperata speranza (che è l’epopea stessa dell’uomo), biblicamente compresa fra situazione storica (il potere, impersonato da Stalin, che è anche uno dei protagonisti e attori della narrazione) e piano provvidenziale (due Voci meta storiche dibattono lungo tutto il romanzo il tema della Salvezza).
In questa prospettiva non vi sono «non chiamati» né «intrusi»; nella povera arca dei reietti del mondo ogni uomo ha in sé il seme e la possibilità di un’elezione.
Concitato e solenne, tragico e lirico, quest’ultimo romanzo di Maksimov (che è anche il primo e finora unico scritto in esilio) rappresenta, per tematica e impegno, l’ideale coronamento di altre sue grandi opere, da I sette giorni della creazione a Addio da nessun luogo.
Vladimir Maksimov è nato a Leningrado nel 1930. Lasciò precocemente la famiglia per una vita avventurosa ed errabonda che lo portò attraverso tutto il paese. Esordì nel 1956 con una raccolta di versi intitolata Una generazione di sentinella. Ma il «battesimo» letterario vero e proprio lo ricevette nel 1962, quando Konstantin Paustovskij pubblicò sul presto famoso almanacco Pagine di Tarussa il romanzo breve Abitiamo la terra. Accolto nell’Unione scrittori, Maksimov si confermò presso i lettori e critici con racconti e romanzi molto popolari tra i quali La ballata di Savva e È vivo l’uomo. Ma l’opera fondamentale di Maksimov, il ciclo de I sette giorni della creazione, fu proibita dalla censura e iniziò a circolare nel samizdat finché nel 1971 non apparve in Germania presso l’editrice in lingua russa Possev. Seguì la stessa sorte il romanzo successivo La quarantena e Addio da nessun luogo. Nel 1973 Maksimov, che nel frattempo si era avvicinato agli ambienti del dissenso sovietico, fu espulso dall’Unione scrittori. Nel 1974 fu autorizzato ad emigrare. Si è stabilito a Parigi dove ha fondato la rivista letteraria in lingua russa «Kontinent» che ha oggi acquisito un prestigio internazionale e si pubblica in diverse lingue.
Argomenti: Letteratura, Romanzo, Russia,