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L’Angolo dell’Harry’s Bar

L’Angolo dell’Harry’s Bar

Incontri, ricordi, consigli e confidenze, segreti del più celebre albergatore italiano

Autore/i: Cipriani Giuseppe

Editore: Rizzoli

introduzione Arrigo Cipriani.

pp. 162, nn. illustrazioni b/n, Milano

Il segreto del successo? “Sono cresciuto alla vecchia scuola, quando un cameriere, se voleva diventare padrone, marciava come una locomotiva.” “Era un lavoro durissimo, ma per me lavorare non è mai stato un peso, anzi mi sono sempre divertito.” Comincia come Cipriani Giuseppe, figlio di un muratore emigrato in Germania per fuggire la miseria, e finisce come commendator Giuseppe Cipriani, conosciuto in tutto il mondo: dopo la guerra, con Toscanini, uno dei primi italiani a vedere il suo ritratto sul “Time” e un profilo sul “New Yorker”. Una bella strada da quando, per chiamarlo, qualcuno picchiava col cucchiaino sulla tazza del caffè.
Il libro è la storia di questo veronese appassionato e intelligente, ideatore insuperabile di cocktails e maestro nella difficile arte di condurre un albergo. Nascono, uno dopo l’altro, l’Harry’s Bar, la Locanda di Torcello e l’Hotel Cipriani alla Giudecca, tre vertici dell’ospitalità veneziana, i tre capolavori di Cipriani; e dentro sfilano innumerevoli clienti, personaggi illustri, o famosi, o semplicemente bizzarri che Cipriani ha osservato dall’angolo del bar con la discrezione imposta dal mestiere ma non senza umorismo e, a volte, commozione: da Hemingway alla regina d’Inghilterra, a Goebbels (un brindisi minaccioso), a Braque… E notizie curiose: perchè l’Harry’s Bar si chiama così, e chi era l’americano Harry Pickering che gli ha dato il nome. E regali per i buongustai: come sono nati i suoi celebri cocktails leggeri, il bellini, il mimosa (con le semplicissime ricette), come prepara i martini, col vino bianco invece che col vermut, o il non meno celebre piatto di carne cruda, il carpaccio…
Cipriani è della classe ’900. Dopo tanti anni di lavoro (di divertimento, direbbe lui) invece di pensare a mettersi a riposo ha ancora voglia di lavorare (di divertirsi): ha in testa un’altra idea delle sue, la più bella di tutte, un regalo per Venezia, la sua città d’adozione. E’ un’idea che ci confida quasi in segreto alla fine del volume e che tutti i suoi innumerevoli clienti (diciamo meglio: amici) vorrebbero veder realizzata al più presto. E noi siamo sicuri che l’”oste” Cipriani dimostrerà che non c’è tre senza quattro.

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Introduzione

° Un tedesco mancato

° L’Harry’s Bar

° La Locanda di Torcello

° Clienti famosi

° L’Hotel Cipriani alla Giudecca

° L’osteria veneziana

° Consigli e ricette

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