La Via dell’Esploratore
Il viaggio di un astronauta dell’Apollo 14nei mondi materiali e mistici
Autore/i: Mitchell Edgar D.
Editore: Verdechiaro Edizioni
prefazione di Paola Leopizzi Harris.
pp. 208, Baiso (Reggio Emilia)
Il primo libro di uno dei pochissimi uomini ad aver calpestato il suolo lunare.
Edgar Mitchell, astronauta dell’Apollo 14, racconta il viaggio spaziale e quello che ne è seguito, più intimo, più profondo, più intenso.
E la costruzione di un modello diadico di realtà, grazie al quale scienza e religione trovano un terreno comune e si integrano, indicando all’umanità la strada per l’evoluzione.
La notevolissima ricerca di un astronauta dell’Apollo 14 per riunire scienza e religione in un universo auto-organizzatesi.
Il 31 gennaio del 1971 l’Apollo 14 lasciò la base di Cape Kennedy e, tre giorni dopo, Edgar Mitchell e Alan Shepard camminare sulla superficie lunare. Erano tempi audaci per l’umanità. Per Mitchell, comunque, il viaggio più straordinario non era ancora cominciato.
Come venne scagliato in direzione della Terra attraverso il nero abisso tra quei due mondi, Mitchell fu avvolto da un’intensa sensazione: «Avvertii di essere connesso con l’intero universo». Intuì che la sua presenza, quella dei suoi compagni astronauti, e persino quella del pianeta visibile attraverso il vetro dell’Apollo erano parte di un deliberato processo universale, e che lo stesso cosmo luccicante era, in qualche modo, cosciente. L’esperienza fu così travolgente che Mitchell capì che la sua vita non sarebbe stata più la stessa.
La direzione che il suo lavoro prese nei seguenti venticinque anni fu un viaggio di tutt’altro genere, che l’avrebbe condotto nelle profondità dell’umano, alla scoperta ineffabile mistero della coscienza e dell’esistenza.
Cresciuto in una famiglia battista conservatrice in Texas, e avendo studiato tutte le scienze più avanzate al MIT, sentì il bisogno di integrare ciò che, secondo la mentalità occidentale è sempre stato separato e sempre lo sarà: scienza e religione. Agli inizi degli anni Settanta, Mitchell ha dunque lasciato la NASA per fondare l’Istituto di Scienze Noetiche, con il quale cominciò a condurre ricerche in quei campi fino ad allora tralasciati dalla scienza perché non corrispondenti al pensiero dominante. Grazie al suo lavoro, è arrivato a costruire una teoria che può spiegare non solo il mistero della coscienza umana, ma anche gli eventi psichici, ciò che i religiosi chiamano «miracoli» e gli scienziati semplicemente rifiutano.
La sua storia culmina in un modello disdico della realtà, che importa la coscienza nell’equazione che spiega come funziona il nostro universo auto-consapevole. Attraverso questo modello, Mitchell ci rivela che non viviamo in un universo predeterminato dalle leggi della fisica né, men che meno, dalle divinità. Se le intenzioni umane sono influenzate dalle leggi della fisica, queste leggi sono, a loro volta, influenzate dalla mente.
Dal punto di vista privilegiato di chi ha potuto guardare la Terra da un altro mondo, Mitchell spiega brillantemente come l’esplorazione che gli uomini conducono sia fuori dal loro pianeta che dentro loro stessi costituisca momento evolutivo fondamentale, un processo del quale gli uomini stanno acquisendo il controllo.
La via dell’esploratore racconta due viaggi memorabili. Insieme, essi modificano la percezione che abbiamo del miracolo e del mistero dell’esistenza, e rivelano il ruolo che l’umanità può giocare nel tracciare il suo proprio destino.
Edgar Mitchell, laureatosi al MIT in aeronautica e astronautica, è il fondatore dell’Istituto di Scienze Noetiche. Come astronauta è stato pilota di riserva per le missioni dell’Apollo 10 e dell’Apollo 16, e ha volato con l’Apollo 14. Ha passato venticinque anni studiando la coscienza umana e i fenomeni psichici e paranormali, alla ricerca di un terreno comune sul quale si incontrassero scienza e religione. Oggi vive in Florida.
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