La Triplice Via del Fuoco
Pensieri che vibrano per un’ascesi alchemica, estetica, metafisica
Autore/i: Raphael
Editore: Edizioni Āśram Vidyā
introduzione dell’autore.
pp. 224, Roma
Raphael, con La Triplice Via del Fuoco, offre una risposta a quanti sono animati dall’autentica ricerca di un “sentiero” capace di guidarli allo svelamento della propria reale ed intrinseca natura che è Compiutezza-Beatitudine. La Triplice Via del Fuoco, favorendo le qualificazioni di ciascuno, si concretizza in tre linee operative: l’Alchimia, l’Amore del Bello, la Metafisica tradizionale.
Queste tre vie di realizzazione non sono opposte tra loro, ma spesso si intersecano e si integrano sviluppandosi lungo tre note perché può essere diverso il nostro accostamento all’Opus, può essere diverso il nostro potenziale energetico, può essere diverso il nostro … Fuoco!
La prima via viene esposta da Raphael con una sintesi mirabile ravvivata dal Fuoco della sua esperienza coscienziale. Egli svela il simbolismo alchemico e i mezzi per compiere le fasi dell’Opera: “rettificazione”, “fissazione”, “separazione”, “congiunzione”. La coscienza e l’intuizione del lettore vengono stimolate da collegamenti e schemi riguardanti le varie fasi realizzative della Filosofia ermetica, della Qabbālāh e del Vedānta Advaita.
La seconda via riguarda la realizzazione mediante l’Amore del Bello: è il sentiero per coloro che hanno sensibilità all’ “Estetica Trascendentale” come Armonia-Accordo col “Mondo intelligibile”; si riferisce, quindi, alla Filosofia di Platone e di Plotino (di cui ci sono nel testo opportune citazioni) e riguarda l’ascesi dell’Eros divino già trattata da Raphael in Iniziazione alla Filosofia di Platone, ma qui presentata con precisi passaggi conseguenziali ed espressa con tale soavità di note da evocare una risposta in quanti hanno l’ardore di inoltrarsi sulla via dell’Accordo-Armonia.
La terza via è quella della Metafisica tradizionale, è il sentiero del Fuoco incolore: nel Veddāta Advaita si parla di asparśa che vuol dire “senza relazione”, “senza sostegno”. È per quei pochi che hanno l’ardire di valicare l’abisso, di abbandonare la mente discorsiva limitata per entrare nell’Intellettività pura (Noûs). È da rilevare come lungo questa strada Raphael autentica espressione della Metafisica tradizionale sappia illuminare e guidare quanti gli donino una “mens informalis” fino a condurli allo svelamento della più alta Realizzazione che si conosca.
La “Via del Fuoco” non è un nuovo insegnamento ne’ un sincretismo dottrinario, ma rappresenta la “Via universale” di realizzazione della propria Essenza, perché in fondo ogni Ramo tradizionale si dimostra come sentiero di Fuoco che rivoluziona e trasforma la totalità della coscienza. Per seguire la “Via del Fuoco” occorrono delle qualificazioni che Raphael, lungo il testo, evidenzia per ciascuna strada: la determinazione di Essere, l’Ardore, l’Ardire; ma per tutte si impone una Dignità regale:
« …se non hai Dignità è meglio non tentare l’Opera… chi non osa con Dignità si perde nell’incertezza della sua inferiore statura ». Si veda, al riguardo, il paragrafo Dignità sulfurea dove Raphael trasmette in un “dialogo saettante fatto di lampi e di rovesci” una vibrazione capace di evocare la potenza stessa della Dignità in quanto stato coscienziale.
La modalità di porgere di Raphael non è discorsiva perché il suo intento non è quello di erudire, ma di indicare, a coloro che sono pronti, una precisa posizione coscienziale da realizzare; così questi aforismi, se meditati adeguatamente, rendono sintonizzata la nostra coscienza con quella di Raphael perché, appunto, rappresentano momenti e posizioni coscienziali del tirocinio spirituale.
Raphael conduce una vita di riserbo, di meditazione e di Silenzio, non ha discepoli, ma pochi Amici sospinti dallo stesso Eros: la sete del Divino.
Argomenti: Coscienza, Forza del Pensiero, Forza Psichica, Forza Spirituale, Ricerca Interiore, Trascendenza,