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La Struttura della Scienza

La Struttura della Scienza

Problemi di logica nella spiegazione scientifica

Autore/i: Nagel Ernest

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

prima edizione italiana, introduzione di Aurelia Monti, traduzione di Carla Sborgi e Aurelia Monti.

pp. XXIV-640, Milano

Dall’introduzione di Aurelia Monti:
«L’opera di Ernest Nagel “The Structure of Science”, di cui presentiamo ora la traduzione italiana, si colloca nel filone della critica della scienza, che si è vigorosamente sviluppato a partire dalla fine del secolo scorso, sotto la duplice influenza della crisi del vecchio positivismo e dei nuovi problemi sorti nell’ambito stesso della ricerca scientifica in relazione ai fondamenti della matematica e della fisica.
Per quanto riguarda i problemi sorti nell’ambito stesso della scienza, ricordiamo che essi risultano connessi: 1) allo sviluppo di nuove ricerche e di nuove teorie, specie nella fisica, le quali dimostrano la insufficienza degli strumenti concettuali tradizionali e la necessità di elaborarne di nuovi; 2) al radicalizzarsi della ‘esigenza del rigore’, già operante da tempo nella matematica, che impose una totale revisione dei fondamenti stessi di tale disciplina, provocando l’estensione delle indagini dalla matematica alla logica, con un conseguente impulso anche allo sviluppo di quest’ultima disciplina. I primi indirizzi filosofici scaturiti da tale movimento di pensiero possono, come è noto, essere ricondotti a due atteggiamenti di fondo abbastanza costanti: l’atteggiamento speculativo e l’atteggiamento critico-metodologico.
Un esempio significativo del primo atteggiamento è costituito da quelle forme di neokantismo tedesco, che impostano l’indagine intorno alla natura della scienza, trasferendola su un piano più ampio, dove debbono venir definite le possibilità e le forme della conoscenza in genere nonché la costituzione del suo oggetto. Le istanze critiche, cui si è poco sopra accennato, vengono da alcuni autori appartenenti a questo indirizzo soddisfatte sostenendo, da un lato che la conoscenza, in generale, e pertanto anche quella scientifica, è rivolta verso una oggettività intellegibile pura, distinta da quella empirica, considerata dai positivisti l’unico fondamento di ogni conoscenza valida, e dall’altro che è necessario conferire alla filosofia il carattere di scienza rigorosa, assumente come modello le strutture formali della matematica e della logica.[…]»

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