La Stirpe di Caino – L’Immagine dei Vagabondi e dei Poveri nelle Letturature Europee dal XV al XVII secolo
Titolo originale: Świat «Opery żebraczej»
Autore/i: Geremek Bronislaw
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, a cura di F. M. Cataluccio, introduzione dell’autore, traduzione di F. M. Cataluccio (introduzione, cap. I), M. Martini (cap. IV-V), Dariusz Sendula (cap. III), Giovanna Tomassucci (cap. II, VI 4), Barbara Verdiani (cap. VI 1, 2, 3).
pp. XXXVII-486, Milano
Dall’introduzione:
« La lunga durata dei tratti fondamentali dell’immagine del povero nella letteratura europea è legata alla valutazione negativa di questa immagine. Il tempo non ha mutato molto nel campo del codice delle norme etiche. L’intangibilità della proprietà, la difesa delle istituzioni e dell’ordine pubblico, la conservazione di un certo sistema di rapporti tra gli uomini, hanno dato vita a una serie di atteggiamenti e azioni repressive sia da parte del potere che dei gruppi familiari e vicini.
La mobilita geografica dei poveri, che era la conseguenza della loro situazione e della loro forma di vita, nelle società nelle quali il carattere “locale” del legame tra la gente aveva dato vita ad una opzione per la stabilita, era vista come la prova del sovvertimento delle norme della convivenza sociale. Un ulteriore elemento negativo che definiva i poveri era il loro aspetto esteriore. Non soltanto il modo di vestire aveva un significato: era anche importante il fatto che non avessero vestiti. Il corpo infatti svolge, nel caso dei mendicanti, un ruolo di strumento di guadagno; il mettere in mostra le membra smagrite, il corpo coperto di bolle e ferite, doveva suscitare compassione. E la suscitava naturalmente, ma la compassione andava di pari passo con un certo tipo di interesse per la sofferenza e il dolore, e contemporaneamente con il disgusto. Nelle descrizioni letterarie del mondo della miseria questi elementi della diversità fisica dei suoi rappresentanti hanno giocato un grandissimo ruolo. Essi hanno fatto si che questo tipo di descrizione assumesse il carattere di reportage etnologico, nel quale un ruolo fondamentale viene giocato dalla diversità dell’ambiente descritto. Lo sguardo che la letteratura all’insegna dell’”opera del mendicante” getta sul mondo con sè tutti i caratteri di un intere nei confronti di gente di natura bizzarra. »
Bronistaw Geremek (Varsavia 1932) ha studiato all’Università di Varsavia e all’Ecole des Hautes Etudes di Parigi, specializzandosi nella storia sociale e culturale del Medioevo. Fino all’estate del 1985, quando fu emarginato per motivi politici, era docente e ricercatore presso Istituto di storia dell’Accademia polacca delle scienze di Varsavia.
È considerato uno dei più grandi specialisti di storia dei marginali. Tra le sue opere tradotte in italiano: Salariati ed artigiani nella Parigi medievale (Sansoni, Firenze 1975); Il pauperismo nell’eta preindustriale (secoli XIV-X VIII); 2 Storia d’Italia, (Einaudi, Torino 1973); La pietà e la forca. Storia della museria e della carità in Europa (Laterza, Roma-Bari 1986); Mendicanti e miserabili nell’Europa moderna (1350-1600) (Istituto dell’Enciclopedia italiana, Roma 1985); L’emarginato, in L’uomo medievale, a cura di J. Le Goff (Laterza, Roma-Bari 1988). Ha molte curato per l’Enciclopedia (Einaudi, Torino 1977-84) le voci Chiesa, Gergo, Marginalità, Masse, Povertà.
I vagabondi e i poveri nell’opera di Bronistaw Geremek
Introduzione
La letteratura della miseria
- Letteratura e società
- Il contesto geografico
- La letteratura del furfante
La scoperta di un «altro mondo»
- Un discorso sulla diversità
- L’indagine «poliziesca» del mondo del crimine
- Il libro dei mendicanti
- Lo Specchio dei ciarlatani e le corporazioni dei mendicanti
Nei «bassifondi» dell’Inghilterra elisabettiana
- «I cavalieri della notte»
- Tipologia dell’ambiente
- Le «leggi» della frode
- Biografia del crimine
- Quadro sociale
La «progenie del bordone»
- Trasmissione orale e letteratura
- Il territorio: «come in un altro mondo»
- Monarchia e parlamentarismo
- Divisione del lavoro e struttura sociale
- Comunità di lingua, di costumi e di storia
- L’ombra della «grande reclusione»
Il picaro e il rifiuto della socializzazione
- Il fenomeno picaresco e la Spagna del «secolo d’oro»
- Confessione e autobiografia
- L’arte dell’accattonaggio e le sue leggi
- La corporazione ladresca
- Il rifiuto della socializzazione
Vagabondo, briccone e mendicante
- Eulenspiegel: apprendista artigiano ambulante, vagabondo e burlone
- Vagabondaggio e soldatesca: Simplicissimus
- Farabutti e farabutte
- Gli «strampalati» e i «mendicanti»
- Osservazioni finali
- Una «cosmografia» dell’antisocietà
Appendice
Argomenti: Antropologia, Europa, Letteratura, Sociologia, Storia dei Costumi,