La Sperimentazione Teatrale in Italia tra Norma e Devianza
Autore/i: Cappelletti Dante
Editore: ERI – Edizioni Rai Radiotelevisione Italiana
introduzione dell’autore.
pp. 324, numerose fotografie in bianco e nero, Torino
L’avanguardia teatrale italiana, o la nuova avanguardia, che si è soliti individuare tra gli anni Sessanta e Settanta, ha certamente contribuito a quella spinta di rinnovamento che è possibile constatare nella nostra scena, ufficiale o meno. Dopo i clamori del momento, le “scuole” e le tendenze più significative, c’è stata una caduta di interesse nei riguardi del fenomeno. Ad essa fa riscontro l’ingresso nelle strutture ufficiali di molti rappresentanti delle “cantine”, di una passata eversione, di un’alternativa che oggi si stenta a riconoscere come tale. Occorre far luce, allora, sugli aspetti che hanno contraddistinto la genesi e lo sviluppo di un atteggiamento teatrale che non può dirsi esaurito nelle mode. Questo volume propone anche un’analisi del “tempo sul tempo”: come la stampa quotidiana commentò negli anni Sessanta la nascita della scena sperimentale. Non tanto per dare ragione di incomprensioni o consensi, quanto per verificare un passaggio di gusto, una lettura dei momenti devianti, diversa dall’implicazione di parte perché distanziata da un plausibile spazio di tempo. La storia della nostra avanguardia, che si concentra nell’area romana, è la storia, più in generale, del nostro teatro e dei suoi problemi. In quest’ottica, lo spessore sociologico e quello estetico permettono l’individuazione del fenomeno e il suo collegamento con i mutamenti avvenuti nella nostra cultura. Lo studio degli aspetti più significativi, accanto alle figure che li hanno rappresentati, appare un criterio necessario per confrontarsi con la norma e con la marginalità. Riconosceremo, oggi, che necessita una dialettica tra questi due poli opposti: serve per ridefinire il panorama della scena, nella sua eclissi “eversiva”, nella rinascita verso nuovi orizzonti, nella volontà di non lasciare al caso, ovunque avvenga, quel civile destino che impone, sempre e comunque, un rinnovamento. Dunque, vuole assolvere a questa esigenza di riflessione per tentare un’organizzazione critica e analitica di quei temi teatrali, non più visti come marginali, secondari, laterali. Perché tra norma e devianza non c’è scarto di distinzioni, ma solo di differenze.
Il volume ha la sua occasione di nascita nel programma televisivo “Chiave di lettura”, curato da Dante Cappelletti e Renzo Giacchieri.
Dante Cappelletti insegna presso la Cattedra di Storia del Teatro e dello Spettacolo della Facoltà di Magistero dell’Università di Roma. Si occupa da alcuni anni dei problemi inerenti il rapporto tra scena e mezzi di comunicazione di massa. Redattore della rivista “Il Dramma” e collaboratore di giornali e periodici specializzati, è anche autore di sceneggiature televisive e drammi teatrali. Ha pubblicato Canzonissima ’71 (Ed. Bianco e Nero, Roma 1972), Il teatro Povero di Monticchiello (Ed. Images ’70, Padova 1974), Teatro in piazza (Ed. Bulzoni, Roma 1980).
Argomenti: Cultura, Italia, Storia dei Costumi, Teatro e Spettacolo, Tradizioni,