La Scoperta di Ugarit – La Città-Stato ai Primordi della Bibbia
1929, terra dei Fenici. Sotto l’aratro di un contadino viene alla luce la straordinaria biblioteca di tavolette di terracotta sepolte da millenni.
Autore/i: Baldacci Massimo
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, introduzione dell’autore.
pp. 416, nn. figure b/n e nn. tavole a colori f.t., Milano
Dagli dèi cananei al Dio di Israele. Nei testi più antichi dell’umanità dizionari, transazioni, avvenimenti, dinastie, testi religiosi e letterari: l’affascinante mistero della civiltà meridionale.
«Nel momento in cui guardiamo il sole, nello stesso istante siamo già nell’ombra. Ogni uomo si addormenta vicino a Ereškigal (dea degli inferi) e noi stessi siamo fatti per diventare suoi figli.»
Il fastidio con cui il contadino siriano che arava il suo campo accolse la comparsa di quelle pietre, durò poco. Presto si trasformò in stupore, poi in meraviglia. Non erano semplici pietre, infatti, ma mura, pareti, fondamenta: i resti di una città. Era il 1929 e dopo millenni di oblio, Ugarit, l’antica capitale cananea, tornava a vedere la luce. Ma la sorpresa era destinata a diventare ancora maggiore: al di sotto di quelle pietre presto comparvero migliaia di tavolette di terracotta, miracolosamente intatte: gli archivi regali. Emersero testi amministrativi e trattati internazionali, la corrispondenza di una boutique del tempo con le relative accuse di evasione fiscale, rituali medici per donne incinte, misure di guerra contro i popoli del mare e discussioni sui confini di stato, vocabolari, preghiere, esorcismi. Ma ciò che maggiormente destò e continua a destare vivissimo interesse furono i testi mitologici.
La ragione è semplice: la loro indubbia vicinanza con i testi della Bibbia. Si pensi che il 50% dei termini che nei testi di Ugarit sono utilizzati per gli dèi cananei si ritrova anche nella Bibbia a designazione di Yahweh. Questo volume rappresenta il primo tentativo a livello mondiale di presentare, al di fuori di una ristretta cerchia di specialisti, il messaggio di Ugarit e della sua raffinatissima civiltà. Avvalendosi dei testi ugaritici, tradotti in italiano nella quasi totalità e per la prima volta, si fa luce sugli stadi arcaici della religione di Israele, l’inizio e lo sviluppo del culto di Yahweh.
Un contributo decisivo per illuminare il passaggio dai molteplici dèi al culto assoluto dell’unico Dio, e per comprendere sempre più la storia dell’uomo e del suo mistero infinito.
Massimo Baldacci, nato a S. Vito di Taranto (1951), vive a Roma dove ha studiato presso la Facoltà Orientale del Pontificio Istituto Biblico, sotto la guida del Prof. Mitchell Dahood S.J., acquisendo specifiche conoscenze nell’ambito della linguistica cananea. Autore di oltre 80 pubblicazioni scientifiche apparse in riviste specialistiche edite in Italia e all’estero, ha tenuto, su invito dell’Università Cattolica di Milano, cinque cicli di lezioni sulla cultura cananea dal III al I millennio a.C.
Nel 1992 ha pubblicato con l’Istituto Orientale dell’Università di Napoli il volume Partially Published Eblaite Texts, dedicato ai testi di Ebla. Attualmente è impegnato in un progetto di ricerca sulla lessicografia cananea nel I millennio a.C.
Argomenti: Antichi Costumi, Antichità, Bibbia, Misteri dell'Antichità, Popoli Primitivi, Storia dei Popoli,