La Rosa nel Giardino
Autore/i: Coggiatti Stelvio; Treschslin Anna Maria
Editore: REDA – Ramo Editoriale degli Agricoltori
prima edizione, presentazione dell’editore testo di Stelvio Coggitti, disegni di Anna Maria Treschslin.
pp. VII-184, riccamente illustrato in b/n, Roma
Le prime specie di rosa sbocciavano prima della comparsa dell’uomo sulla terra. Quando l’uomo primitivo esercitava rozzamente le sue attività di cacciatore e di pescatore le rose forse gli suggerirono i primi pensieri gentili. Nel cammino della civiltà la rosa non ha perduto il passo: le naturali e misteriose evoluzioni delle specie da una parte e poi un’opera di miglioramento sempre più accurata e precisa dall’altra hanno arricchito a tal punto il numero delle specie, delle varietà e degli ibridi, che oggi la scelta di un rosaio è complessa per la ricchezza delle forme e dei colori, per il portamento, il profumo, e per tanti altri caratteri estetici e colturali. Conoscere la rosa significa avere non solo un’idea delle sue origini e delle sue caratteristiche ma anche conoscere le sue esigenze per una razionale coltivazione, dalla messa a dimora alla potatura, dalla concimazione alla difesa contro i parassiti. Il testo chiaro e piacevole di Stelvio Coggiatti e le illustrazioni lineari, istruttive e delicatissime di Anna Maria Trechslin vi insegnano ad amare e a coltivare |e rose nel vostro giardino.
Stelvio Coggiatti, l’autore del testo, con penna delicata e incisiva ha scritto in modo chiaro, gradevole, di immediata efficacia. Presidente del Garden Club di Roma, membro di giuria di vari concorsi internazionali ma soprattutto innamorato dei fiori, riesce a trasmettere al lettore la sua gioia di coltivare una rosa: la più bella del mondo, perché nata tra le vostre mani.
Anna Maria Trechslin, ha «dipinto i disegni»: non diversamente si può dire per rappresentare la grazia e l’espressività delle figure che accompagnano, illustrano e commentano il testo.
Collaboratrice di riviste d’arte, autrice di bozzetti per serie florofilateliche, dona ai fiori dei suoi acquarelli una delicatissima suggestione: i critici l’hanno definita «la Redouté del XX secolo».