La Repubblica del Leone
Storia di Venezia
Autore/i: Zorzi Alvise
Editore: Rusconi
pp. 760, nn. cartine e tavv. a colori f.t., Milano
Scandita in quattordici maestosi capitoli, questa ricchissima e sinuosa “sinfonia adriatica” è la più completa e organica “storia di Venezia” che sia mai stata pubblicata. Prende le mosse da lontano: da quando, secondo il racconto di Tito Livio, Venezia era solo un «paese d’acque, di stagni, di bassifondi e di terre anfibie»; segue via via nei secoli le vicende del piccolo popolo delle lagune e dei canneti, protagonista di una leggendaria avventura costituzionale, commerciale, diplomatica, marinara e militare; ricostruisce il fasto di una ricchissima città-stato diventata una potenza territoriale europea e un’entità economica e politica di portata mondiale.
La monografia di Alvise Zorzi è un’avvincente narrazione, basata su dati rigorosamente scientifici e documentati, che si apre con la spedizione nella laguna di Cleonimo di Sparta nel 302 a.C. e si chiude sul drammatico attuale dibattito relativo alla conservazione dell’habitat veneziano: ma non è solo un’opera storica, è anche un’affascinante rievocazione di costumi e cultura, un minuzioso affresco di vita sociale ed artistica.
La storia di Venezia è anche la vicenda di un alternarsi di grandezza e decadenza di grandi famiglie (di 285 casati): e Zorzi descrive, studiando persino documenti catastali ed estimi patrimoniali, le peripezie degli Orseolo, dei Dolfin, dei Mocenigo, dei Pisani, dei Venier, degli Zorzi, dei Vendramin e dei Foscari. La storia di Venezia è anche la storia degli itinerari dei grandi mercanti come Giovanni Loredan, Romano Mairano e Marco Polo: Alvise Zorzi ripercorre dunque le grandi rotte dei commerci della Repubblica del Leone fino a Southampton e a Bruges, ad Alessandria d’Egitto, a Soldaia, a Trebisonda, ad Azov sul mar Nero, a Organdi sul lago d’Aral, ad Amman in Giordania, fino all’India e al Catai.
La storia di Venezia è pure storia di fondazione di chiese, di gestione della giustizia, di invenzione di strutture legislative, di fantasiosi mecenatismi, di immaginazione urbanistica, di utopie democratiche. La Repubblica del Leone è perciò l’epica rievocazione di un miracolo di civiltà durato più di un millennio.
Oggetto di ricerca appassionata e di studio in Italia e fuori d’Italia, la storia di Venezia continua a essere ignorata dalla gran massa del pubblico italiano, a rimanere riserva di caccia per gli “addetti ai lavori”. Per tutti gli altri, essa rimane, più o meno, fissa agli schemi tenebrosi e denigratori diffusi soprattutto dalla propaganda francese dopo spacciata l’antica Repubblica (un’opera sistematica di diffamazione che doveva costituire un alibi in più per la sopraffazione compiuta, una giustificazione alla quale si associava anche l’Austria che ne aveva tratto i migliori risultati). Alla denigrazione, poi, si è aggiunta una disinformazione sistematica, alla quale l’Italia postrisorgimentale non ha saputo né voluto opporsi, non rendendosi conto del vantaggio che certamente sarebbe derivato allo sviluppo del senso civico e della maturità politica nello Stato unitario da tanti esempi offerti dalla Serenissima in tanti momenti della sua travagliatissima storia. Anzi, anche la storiografia postrisorgimentale “seria” ha spesso preferito attingere, se mai, ai giudizi negativi espressi a suo tempo dagli storici fiorentini e specialmente da Machiavelli, per liquidare disinvoltamente gli oltre mille anni di storia veneziana con affermazioni che, certe volte, hanno rappresentato “cantonate” veramente madornali.
Anche “a grane faraonizzate nell’eternità”, per dirla con Carlo Emilio Gadda, Venezia e la sua storia suscitano dunque ancora reazioni passionali, anche nell’austero mondo degli studiosi. È sempre stato così. Ed è una testimonianza di più, se ce ne fosse bisogno, della grandezza di Venezia. Ammirazione sconfinata e odio mortale erano stati, da sempre, il retaggio della Serenissima quand’era viva: il retaggio dei forti.
Nato a Venezia da antica famiglia, Alvise Zorzi ha trovato, per così dire, in casa la passione per gli studi veneziani e ha frequen’ tato a Padova i corsi di Roberto Cessi, Aldo Ferrabino, Ezio Franceschini, Giuseppe Fiocco e di altri maestri di fama. Il suo lavoro di responsabile dei programmi culturali della Televisione italiana dal 1953 al 1961, poi di coordinatore dei rapporti internazionali nel campo della Radio e della Televisione, non gli ha impedito di svolgere un’attività pubblicistica, nonché una serie di ricerche sistematiche su alcuni aspetti della storia e della civiltà veneziane. Oltre ad altri lavori, ha pubblicato nel 1972 l’opera in due volumi Venezia scomparsa, che è tuttora l’unico studio sistematico e documentato sulle vicende del patrimonio storico-artistico veneziano dalla caduta della Repubblica veneta ai nostri giorni. Alvise Zorzi fa parte, con Bruno Visentini, Carlos Chagas, René Huyghe, Sir John Pope-Hennessy ed altre personalità della cultura, del Comitato Internazionale per Venezia dell’Unesco.
Argomenti: Antichi Costumi, Cultura, Economia, Società, Storia dei Popoli, Storia Italiana,