La Repubblica
2 Volumi – Volume I, Libri I-IV – Volume II, Libri V-X
Autore/i: Platone
Editore: Rizzoli
testo greco a fronte, introduzione di Francesco Adorno, traduzine di Francesco Gabrieli.
vol. 1 pp. CXX-158, vol. 2 pp. 159-396, Milano
Il pensiero di Platone si affaticò sempre attorno al problema dello stato e della giustizia. La giustizia è la salute dell’anima. Poiché esiste una simmetria tra la struttura dell’anima e la struttura dello stato (di tre parti è composta l’anima e di tre classi corrispondenti è costituito lo stato) Platone ebbe la trovata metodologica che era più facile leggere e studiare lo stato (che per i Greci era la città) piuttosto che l’anima, come in una specie di ingrandimento. Alla giustizia dentro l’anima corrisponde la giustizia dentro lo stato. La «Repubblica» di Platone e il primo e più affascinante libro sulla giustizia, sul potere e sullo stato, con vertiginose teorie utopistiche (il comunismo dei beni, l’educazione delle donne, la funzione dell’arte) che nel lungo corso della storia spesso hanno incrociato la realtà. Alla base dell’appassionata convinzione etica di Platone sta la famosa ardita proposizione: «A meno che i filosofi non regnino nelle città, o quelli che oggi han nome di re non prendano a nobilmente filosofare, e non vengano a coincidere la forza politica e la filosofia, non avran tregua alcuna dai mali le città, anzi credo neppure il genere umano».
Platone nasce nel 427 a.C. da genitori aristocratici. La data è fissata da Apollodoro nella sua “Cronologia”. Vive in un’Atene che aveva già perso la sua egemonia politica e culturale. In gioventù si dedica alla poesia ma accostatosi alla filosofia decide di distruggere tutte le opere precedenti. Discepolo di Socrate, lo pone al centro dei suoi Dialoghi socratici in cui è presentato l’insegnamento del Maestro. Nel 399 va a Megara e, dieci anni dopo, soggiorna in Italia meridionale e in Sicilia. Nel 387 acquista un terreno e vi fonda la famosa Accademia (dal nome del parco detto di Accademo) , un centro di studi filosofici. Va nel 367 a Siracusa come pedagogo del sovrano Dionigi II, torna una terza volta a Siracusa nel 361. Muore ad Atene nel 347 a.C. durante la guerra della città contro Filippo il Macedone.
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