La Passione di Cristo
Secondo il chirurgo
Autore/i: Barbet Pierre
Editore: Edizioni LICE
quarta edizione, prefazione dell’autore, traduzione italiana del dott. Giuseppe Bellardo autorizzata e riveduta dall’autore.
pp. 250, 26 figure b/n f.t., Padova
«Da molto tempo, e recentemente con maggior insistenza, sono stato pregato di raccogliere in un unico volume il complesso dei miei esperimenti anatomici, delle mie indagini archeologiche, delle mie ricerche sulla Sacra Scrittura e delle mie meditazioni sulla Passione di Nostro Signor Gesù Cristo.
Si tratta infatti di un argomento il cui pensiero non mi ha mai abbandonato da più di venti anni, giungendo talvolta sino ad ossessionarmi. Esiste forse al mondo oggetto di meditazione più importante per l’uomo di queste sofferenze, in cui si concretizzano due Verità misteriose, le sole che veramente importino all’uomo, l’Incarnazione e la Redenzione? È necessario e sufficiente, evidentemente, che egli vi aderisca con tutta l’anima sua e ne tragga lealmente la sua norma di vita. Ma in questo evento unico, che è il punto culminante della storia umana, il più piccolo particolare acquista, a mio giudizio, un valore infinito e non dev’essere trascurato anche quando la concisione degli Evangelisti ci riduce a costruire su basi scientifiche, e non più scritturali ed ispirate, ipotesi più o meno solide.
I teologi possono immaginare e descriverci le sofferenze morali che accompagnano la Passione del Salvatore, dall’agonia del Getsemani, ove Egli era oppresso sotto il peso dei peccati del mondo, sino all’abbandono del Padre che sulla Croce Gli strappava un gemito: «Eloi, Eloi, lamma sabacthani!». E si può ancora immaginare che Egli continuasse a recitare a bassa voce quel, magnifico Salmo XXI di cui quel gemito è il primo versetto e che prosegue con accenti di speranza per terminare in un canto trionfale di vittoria.
Ma quando quei teologi ed esegeti vogliono narrarci le sofferenze fisiche di Gesù, si resta colpiti dalla difficoltà che propano per rendercene partecipi, almeno col pensiero. In verità non le comprendono troppo: e nulla sembra meno adeguato a questo argomento delle tradizionali prediche della Passione.
Alcuni anni or sono il Dott. Pasteau, mio buon amico, presidente generale della Società di S. Luca dei medici cattolici francesi, trovandosi in Vaticano con alcuni dignitari ecclesiastici, spiegava loro ciò che, in seguito alle mie ricerche, sapevamo ormai della morte di Gesù e delle sue inenarrabili sofferenze e come era morto per contrazione tetanica di tutti i muscoli e per asfissia.[…]» (Dalla prefazione dell’autore)