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La Mia Fanciullezza con Gurdjieff

La Mia Fanciullezza con Gurdjieff

Autore/i: Peters Fritz

Editore: Se

con uno scritto di Henry Miller, traduzione di Manuela Boccali e Maria Cristina Vidi.

pp. 208, ill. b/n, Milano

Ecco un libro assolutamente delizioso. Non solo rievoca aneddoti pieni di spirito, ma è anche colmo di saggezza, la saggezza della vita. Il libro è egualmente ammirabile per la singolarità dell’incontro fra un ragazzino, Fritz Peters, e un essere straordinario [ … ]. Si deve infatti tener sempre presente che, quando la madre lo affidò a Gurdjieff, che dirigeva allora l’Istituto per lo Sviluppo Armonico dell’Uomo, a Fontainebleau, il bambino ignorava tutto della personalità del suo interlocutore e di quello che egli poteva rappresentare. Ma se ne rese conto ben presto. Ad apertura di libro, si viene immediatamente sedotti da queste due nature così profondamente diverse, e si avverte come tutto, qui, sia molto lontano dalla banalità dei ricordi d’infanzia. Fritz Peters, il monello, fu abbastanza perspicace da rendersi conto che si trovava in presenza di un uomo assolutamente fuori del comune, di un essere che era stato definito come un maestro, un guru, un profeta [ … ]. Il libro affascinerà certamente anche chi di Gurdjieff non ha mai sentito parlare. E, in ogni caso, distrugge tutte le assurde leggende del «maestro e diavolo» che sono circolate a suo riguardo, delineando il ritratto di una delle figure più enigmatiche e controverse del nostro tempo. L’ho letto a più riprese, e ogni volta con interesse rinnovato. In un certo senso, lo considero come qualcosa di eguale ad Alice nel paese delle meraviglie, un autentico gioiello della nostra letteratura. (Dallo scritto di Henry Miller)

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