La Mappa della Vita
L’interpretazione del codice genetico
Autore/i: Dulbecco Renato
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
nuova edizione ampliata, introduzione dell’autore.
pp. 248, Milano
Nel 1986, in un articolo pubblicato sulla rivista americana “Science”, Renato Dulbecco lanciò una proposta che a qualcuno sembrò una pazzia, ad altri un sogno, ma che tuttavia, grazie al suo prestigio, sfociò in breve tempo in una serie di progetti di ricerca. Lo scienziato aveva avuto l’idea di decodificare il codice genetico dell’uomo, ovvero leggere e trascrivere quel lunghissimo messaggio di tre miliardi di lettere che costituisce il “libretto di istruzioni” per formare, far crescere e riprodurre un essere umano. Un’idea che, solo vent’anni fa, sembrava appunto il sogno di un visionario. E invece il nuovo millennio è iniziato proprio con la pubblicazione della mappa del genoma umano, un traguardo che è stato annunciato dagli scienziati come una svolta storica, una vera rivoluzione.
Le novità che derivano da questa straordinaria impresa sono grandissime sia sul piano delle conoscenze acquisite sia sul piano delle applicazioni. il padre dell’ingegneria genetica le spiega in questo libro, un’opera curiosa, che contiene informazioni inaspettate, e affascinante, perché mostra le straordinarie possibilità che si aprono per la medicina del futuro. Quanto alle prime, si scoprirà per esempio il modo di “lavorare” dei geni, collegati fra di loro attraverso una complessa rete di informazioni, e la loro interazione con l’ambiente. Sul fronte delle conseguenze, lo scienziato prefigura i nuovi metodi della medicina rigenerativa, che opererà non più cercando farmaci, ma modificando direttamente le proteine responsabili della disfunzione nell’organismo, e preannuncia un momento non lontano in cui certe malattie verranno estirpate definitivamente riparando i “pezzi” difettosi del DNA.
“La mappa della vita” è anche un libro che farà discutere, perché l’autore si schiera per difendere il diritto della sperimentazione contro i limiti che si vorrebbero porre per motivi etici o politici. Se da una parte si devono sempre valutare criticamente l’utilità e la validità degli interventi di manipolazione, dall’altra, afferma lo scienziato, bisogna considerare che l’ingegneria genetica può fornire una soluzione ai problemi di alcune terribili malattie, della fame e del sottosviluppo di tanti paesi poveri. Può insomma spianare il cammino verso un mondo migliore. Ma, trattandosi appunto di una rivoluzione, la biotecnologia mette necessariamente in discussione la nostra cultura e i nostri valori. Ecco perché, secondo Dulbecco, occorre cogliere questa importante occasione per gettare le basi di un nuovo contratto tra scienza e società.
Renato Dulbecco è nato a Catanzaro nel 191 Dopo la laurea in medicina, la campagna di Russia come ufficiale medico e l’esperienza partigiana, nel 1947 si trasferisce negli Stati Uniti. Si stabilisce prima a Bloomington, nell’Indiana, poi in California, per lavorare al prestigioso Caltech (California institute of Technology) e infine a San Diego, dove entra a far parte del nuovissimo Salk institute, del quale è tuttora presidente. Nel 1975 gli è stato conferito il Premio Nobel per la medicina per i suoi studi sulle cellule tumorali. Per Sperling & Kupfer ha pubblicato “I geni e il nostro futuro”, “Ingegneri della vita” e l’autobiografia “Scienza, vita e avventura”.
Argomenti: Genetica, Scienze Umane,