La Magia della Fiaba
Tra oralità e scrittura
Autore/i: Lavinio Cristina
Editore: La Nuova Italia
unica edizione, introduzione dell’autrice.
pp. 266, Scandicci (Firenze)
La fiaba nasce come genere orale, parlato, raccontato, trasmesso sempre dalla grana di una voce reale; ma passa spesso dal circuito orale a quello scritto, depositata tanto da mani sconosciute quanto da raccoglitori e scrittori che ne fissano in questo modo il testo. Anche nel caso di trascrizioni fedeli al dettato orale, il semplice trasporsi di questi testi nella scrittura ne altera l’organizzazione, se non altro perché ne cancella le modulazioni vocali, la mimica e la gestualità. Ma, a dispetto di queste alterazioni, la fiaba conserva una sua costitutiva oralità profonda, attraverso la quale si collega ai primordi della narrazione, all’epoca in cui non esisteva altro canale per la trasmissione di saperi profondi, di valutazioni e visioni del mondo faticosamente acquisite.
La magia della fiaba di Cristina Lavinio descrive minutamente il pendolo di questo genere testuale dall’oralità alla scrittura, identificandone la stabilità di fondo al di sotto delle mutevoli trasformazioni superficiali. Alla base dell’analisi, la straordinaria tradizione fiabesca italiana, fissata in memorabili raccolte (Imbriani, Pitrè) o rielaborata letterariamente (Nerucci, Calvino), e culminante in Pinocchio, uno degli archetipi dell’infanzia alle prese col dovere di crescere.
Cristina Lavinio è professore associato di Glottodidattica all’Università per stranieri di Perugia.Per La Nuova Italia ha pubblicato: Teoria e didattica dei testi, 1990; La lingua degli studenti universitari (a cura di, con A. Sobrero), 1991; Lingua e cultura nell insegnamento linguistico (a cura di), 1992.
Argomenti: Fiabe, Letteratura Italiana, Storia,